Il grande teatro nel paese più piccolo della Sardegna: da giovedì 17 a domenica 20 agosto torna a Baradili il Festival Cantiere di lavoro teatrale, una delle più longeve esperienze culturali in Sardegna che taglia quest’anno il traguardo dell’edizione numero 28. In scena Andrea Macaluso.
La prima giornata del Festival Cantiere si apre a Baradili, giovedì 17 agosto, con il concerto Syncopated City, un progetto che unisce jazz, neo-soul, bossanova, elettronica e grunge. Sul palco la cantante Irene Salis, cagliaritana di origine ma cresciuta tra Stati Uniti, Europa e Africa, accompagnata da Stefano Casti al basso, contrabbasso e chitarra, e Nicola Vacca alla batteria, chitarra e live electronics. Appuntamento alle 20 nello spazio recuperato dell’Ex Falegnameria. In serata il progetto di il nuovo spettacolo di e con Andrea Macaluso.
Organizzato come sempre da Progetti Carpe Diem per la direzione artistica e organizzativa di Aurora Aru e Franco Marzocchi – sin dal 1996 il festival si sviluppa come un progetto non convenzionale, un contenitore di pratiche di ricerca, sperimentazione e produzione creativa originale e in residenza.
L’obiettivo è sempre quello di abitare i luoghi più periferici, valorizzandoli attraverso il lavoro creativo e la cultura. Ed è appunto “Luogo gentile” il tema di questa edizione, a sottolineare la profonda connessione tra le comunità ospitanti e i gruppi di artisti, impegnati a vivere il territorio per un periodo che va ben oltre la presentazione al pubblico degli spettacoli.
Alle 21 si prosegue con Batracomiomachia, il nuovo spettacolo di e con Andrea Macaluso prodotto dal Teatrino dei Fondi e dal Lavoratorio di Firenze. Con le musiche di Nicola Pedroni e il sound design di MarcoMantovani, Macaluso rilegge uno dei testi più misteriosi dell’antichità greca in un caleidoscopio di voci e umori che restituiscono una grande prova d’attore.
Battaglia dei topi e delle rane
La batracomiomachia altro non è che la battaglia dei topi e delle rane, scatenata dalla morte del principe dei topi Rubabriciole, che il re delle rane Gonfiagote fa annegare in uno stagno. Si tratta ovviamente di una parodia, forse la più antica di tutti in tempi. Una parodia dei poemi epici che gli antichi amavano così tanto da attribuirla – erroneamente – allo stesso Omero.
La battaglia non è rappresentata ma evocata attraverso parole e suoni. Tutti i personaggi della vicenda diranno la loro, con la loro voce. E pian piano prenderanno forma vari mondi, fatti di suoni che attraversano il tempo. Una storia antica quanto l’uomo, scritta con rime ottocentesche – qui nella traduzione di Giacomo Leopardi – che parla all’oggi, come solo i classici sanno fare. Sarà forse solo un gioco, ma quel gioco serio che i bambini conoscono molto bene: il gioco della guerra.
La 28^ edizione del Festival Cantiere, prosegue sino al 20 agosto con, tra gli altri, Leonardo Capuano, Roberto Abbiati, Silvia Paoli Beatrice, Visibelli.