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A Barumini, i gladiatori stanno emergendo dentro il loro mito in una mostra affascinante che si terrà fino al 31 dicembre presso il centro Giovanni Lilliu.
Questi leggendari combattenti imperiali stanno finalmente rivelando il volto umano che si nasconde dietro le maschere di ansia e dietro le corazze battenti. La mostra, intitolata “Gladiatori e antica Roma in Sardegna: mito, storia e rappresentazione artistica”, propone un nuovo sguardo su queste celebrità dell’epoca imperiale, mostrandole nel loro contesto storico e nella loro dimensione umana.
La città del sud Sardegna, famosa per il suo complesso nuragico riconosciuto dall’UNESCO, sta illuminando l’antica Roma per arricchire l’offerta culturale locale. La mostra ha già attratto 10.000 visitatori e si prevede che continuerà a farlo anche oltre l’estate, secondo Emanuele Lilliu, presidente della Fondazione Barumini. Questo progetto coinvolge anche il Museo archeologico nazionale di Napoli (MANN), il Comune di Barumini guidato da Michele Zucca e la Soprintendenza archeologica di Cagliari e delle province di Oristano e Sud Sardegna.
L’allestimento è arricchito da riproduzioni di affreschi provenienti dalle domus di Pompei, e un coinvolgente video curato dalla soprintendenza che narra la storia dell’anfiteatro romano di Cagliari. L’esposizione è centrata su oltre cento reperti suddivisi in quattro sezioni: anfiteatri, armi e armature, vita quotidiana e la Sardegna romana, con oggetti come vasi, bicchieri, lucerne raffiguranti gladiatori e strigili.
La mostra vuole di spogliare il gladiatore della sua immagine idealizzata, presentando aspetti come l’alimentazione vegetariana e a base di zuppe di cereali e legumi, che li aiutava a sopportare i colpi nelle arene. Inoltre, il percorso espositivo si basa su fonti letterarie ed epigrafiche, dando vita alla quotidianità, alle abitudini e alle battaglie-spettacolo di questi uomini, evidenziandone la fragilità umana, oltre alla loro gloria. L’obiettivo è far immergere i visitatori nell’esperienza umana di questi combattenti, lontano dai riflettori, per comprendere le emozioni, le paure e le sofferenze che hanno vissuto. In definitiva, una riscoperta dell’uomo dietro il mito del gladiatore.
