Mario Biondi, la ‘voce’ degli ultimi anni della musica italiana che si fa conoscere anche all’estero, una sua idea sull’utilizzo dello “strumento” in voga soprattuto dai trapper italiani, ce l’ha.
Il cantautore e arrangiatore Mario Biondi è in Sardegna per due concerti a Cagliari e a Mogoro, per Culturefestival, organizzato dall’associazione Sardinia Pro Arte con la direzione artistica del violinista e compositore Simone Pittau.
Sollecitato dai giornalisti, Biondi ha espresso il suo punto di vita sulla questione autotune: “È un effetto che può essere utilizzato come un gioco, nato per sviluppare qualcosa di nuovo.
Ma ho notato che viene usato come un computer. Come se un ingegnere non fosse molto pratico di disegno. E allora buttasse lì una bozza a matita per poi metterla in uno scanner per creare una bella copia. Questa è la sensazione che mi dà l’autotune. Mi dà l’idea di uno che non sa fare una cosa. E allora ecco che arriva un sistema basato sul computer che facilita il percorso rendendo dritte le linee storte. È una sensazione un po’ strana”.
L’artista è un fiume in piena. “Diciamo che il music business da qualche decennio si sta comportando in questo modo: per l’ambito discografico gestire un artista che si spende per la musica e che può risultare a volte anche capriccioso, forse era diventato difficile. Quindi ecco la scelta: prendiamo anche uno stonato, facciamolo cantare, riuscirà lo stesso. Ci stanno riuscendo, ci sono riusciti. È un po’ il paese dei balocchi.
Adesso è il momento dell’autotune”.
A settembre dovrebbe uscire il nuovo disco di Biondi. E visto che è in Sardegna, anticipa che ci sarà qualche sorpresa anche in chiave sarda. “Qui c’è una tradizione musicale molto importante – sottolinea – Conosco bene la Sardegna e ho avuto modo di collaborare a più riprese con Paolo Fresu e Luca Mannutza. Nel disco in uscita in autunno qualche sorpresina ci sarà”. Nessun particolare in più, per ora. Ma sarà un disco di swing e jazz cantato.