Su Crobu”: Il Risveglio di un’Antica Maschera nel Cuore del Carnevale di Senorbì
Nella pittoresca cittadina di Senorbì, nel cuore della Trexenta in Sardegna, è stata riscoperta un’affascinante e misteriosa tradizione del passato: la maschera di “Su Crobu”. Grazie al meticoloso lavoro di Antonello Giuntini, un senorbiese che ha dedicato anni alla preservazione delle tradizioni locali, questa maschera dimenticata è tornata alla luce, portando con sé una storia ricca di significato e simbolismo.
L’Aspetto Enigmatico di “Su Crobu”
“Su Crobu”, il Corvo, è la figura centrale del carnevale trexentese, una maschera dall’aspetto enigmatico e cupo. Indossa un grande cappello di sughero ornato con piume di corvo, abbigliamento scuro e un lungo mantello nero. La sua faccia è scurita dal carbone, conferendogli un aspetto sinistro ma affascinante. Questa maschera non è solo un simbolo di oscurità, ma rappresenta un intreccio di tradizioni e rituali che affondano le radici nella cultura sarda.
La Caccia alle Galline: Morte e Rinascita
“Su Crobu” incarna la personificazione della morte e dell’inverno, che “uccidono” la natura con il loro freddo abbraccio. La tradizione della caccia alle galline durante il carnevale era un modo simbolico per rappresentare il ciclo della vita, in cui la morte apre la strada alla rinascita. Nonostante il suo aspetto tetro, la figura di “Su Crobu” è legata all’aspetto festoso del carnevale trexentese, dove pariglie e divertimenti avevano un ruolo fondamentale.
Il Ritorno alla Luce
L’antica maschera di “Su Crobu” rischiava di scomparire nell’oblio, fino a quando Antonello Giuntini non ha intrapreso un impegno appassionato per riportarla alla luce. Questa riscoperta è stata avviata da una conversazione con suo padre, che ha confermato l’esistenza della maschera. Questo scambio ha scatenato una serie di ricerche e approfondimenti sul passato della comunità, conducendo alla rivelazione di una tradizione che rischiava di andare perduta.
La Trasformazione del Carnevale di Senorbì
Negli anni ’60, il carnevale di Senorbì ha attraversato un periodo di cambiamento e tensioni. Alcuni giovani che indossavano la maschera di “Su Crobu” si scontravano con le forze dell’ordine, portando a limitazioni delle loro partecipazioni alle celebrazioni. Questi conflitti hanno portato a modifiche nel rituale del carnevale, con la progressiva perdita delle tradizionali pariglie e dell’iconica “Corsa a S’Aneddu”, in cui “Su Crobu” sfidava il suo rivale. Tuttavia, il rituale del rogo, in cui veniva bruciato il fantoccio, ha resistito fino agli anni ’80 e ’90, prima di svanire.
La Sfida delle Ricerche e la Ricostruzione
Le ricerche di Antonello Giuntini non sono state facili. Le testimonianze orali degli anziani senorbiesi sono state le principali fonti d’informazione, e il recupero delle autentiche piume di corvo è risultato un compito complicato. Nonostante queste sfide, Antonello ha lavorato con passione per ricostruire l’abito e la figura di “Su Crobu”, pur consapevole che il risultato potrebbe non essere esattamente identico alle memorie della comunità. Il lavoro di ricerca è in corso, poiché c’è ancora tanto da scoprire e apprendere.
Rivivere una Tradizione Antica
La maschera di “Su Crobu” rappresenta un importante tassello della storia e della cultura di Senorbì e della Trexenta. È un richiamo a una tradizione radicata nel passato, che ha resistito al tempo e ai cambiamenti sociali. Antonello Giuntini, insieme alla comunità, si impegna a riportare in vita questa tradizione, non solo nei ricordi, ma anche attraverso la partecipazione attiva e la celebrazione del carnevale trexentese.
In un mondo in costante cambiamento, è vitale preservare e riscoprire le tradizioni culturali che costituiscono l’identità di una comunità. La maschera di “Su Crobu” rappresenta un legame con le radici del passato e offre un’opportunità di riflettere sulla natura ciclica della vita, della morte e della rinascita.