La miniera di Montevecchio ha aperto le sue porte ai bambini e bambine, ragazzi e ragazze e rispettive famiglie per l’XI edizione della Festa della Letteratura Bimbi a Bordo. Un programma ricco di laboratori per i più piccoli, a partire da 0 a 3 anni, e di incontri di formazione per gli adulti.
La giornata si è aperta con la lectio magistralis del Professore della Bicocca Martino Negri. Quest’ultimo riconfermato per il secondo anno alla guida scientifica del Festival di Guspini. Durante la presentazione della Festa della Letteratura, Negri si è concentrato sul tema di quest’anno “ombra e luce”. “Le storie – ha detto Martino Negri – sono fondamentali nella nostra vita, specie nell’età della fanciullezza, perché sono in grado sia di dare un senso al caos dell’esistenza che si palesa davanti agli occhi del bambino-lettore, sia perché nel bene e nel male sono in grado di plasmare il nostro immaginario e di contaminare passato, presente e futuro”.
L’elezione della miniera di Montevecchio come “casa” del Festival, la scelta del tema ombra e luce, tutto richiama – ha continuato a spiegare il direttore artistico – alla metafora della vita, al continuo oscillare tra bene e male.
I bambini sono costantemente chiamati, e sentono loro stessi il richiamo, ad attraversare la paura e i luoghi paurosi. Cercano spesso anfratti nei quali nascondersi e sperimentare il loro coraggio in una prova di alterità con il buio, lontano dall’occhio vigile e attento degli adulti, siano essi i genitori o gli insegnanti. I bambini amano abitare luoghi poco popolati dai grandi, sia nella vita reale che nelle storie, nelle narrazioni fiabesche.
Amano la notte come momento di affrancamento dallo sguardo severo di chi vuole imporre la via. Sono alla costante ricerca di una esperienza libera dal controllo dei genitori e adulti in generale. Sfidare il limite imposto e sfidarsi dentro una loro zona d’ombra è un obiettivo primario. L’ombra rappresenta infatti il buio, la paura, l’inconscio, mentre la luce riveste il ruolo del controllo e della razionalità che si vive durante il giorno.
Le storie sono inoltre un ponte tra le generazioni. “Sono capaci di unire la generazione attuale con quella che li ha preceduti. I racconti ci fanno capire chi siamo e cosa sentiamo anche attraverso le storie degli altri. Le storie danno ordine ai pensieri – ha concluso Negri- ma cambiano e si evolvono, sono vive, e vengono reinterpretate da chi le riscrive”.