Festival Vivere La Terra: Un Weekend Di Arte, Cultura E Tradizioni A Villaspeciosa. Il Festival Vivere La Terra, un evento promosso dall’Unione dei Comuni “I Nuraghi di Monte Idda e Fanaris”, che comprende i Comuni di Decimoputzu, Siliqua, Vallermosa e Villaspeciosa, è giunto ormai alla sua terza edizione.
Il festival, con le due giornate di Villaspeciosa, si prepara a vivere due giorni densi di appuntamenti culturali, musicali e artistici, ospitando eventi per grandi e piccini, iniziative incentrate sulla valorizzazione delle tradizioni e delle bellezze del territorio.
“Il Festival Vivere La Terra – dichiara Maria Cristina Foddis, assessora alla Cultura, Spettacolo e Tempo libero, Turismo e Sviluppo del territorio, Sport e associazioni sportive del Comune di Villaspeciosa- nasce con l’obiettivo di trasmettere i valori e le tradizioni della nostra terra. Valorizzando il patrimonio culturale, archeologico, enogastronomico e agricolo di Villaspeciosa, l’evento è frutto del coinvolgimento delle associazioni locali e si inserisce nel contesto delle attività culturali promosse dal comune”.
“L’evento – continua l’Assessora – mira a promuovere Villaspeciosa come destinazione turistica, valorizzando il patrimonio culturale e archeologico attraverso le visite guidate e la realizzazione di murales tematici, come già visto nelle precedenti edizioni”
Il programma
Il weekend avrà inizio sabato 30 settembre alle ore 17.00, quando al Parco San Platano laboratori e attività dedicate ai più piccoli daranno il via alle iniziative in programma. La serata proseguirà nella suggestiva cornice di Casa Firinu – Mameli, dove, alle ore 20:30, Matteo Ghironi e Luca Spanu incanteranno il pubblico con un concerto di musica classica per chitarra. Subito dopo, a Casa Muntoni – Podda alle ore 21.15, sarà la volta di Tiziana Loi all’arpa e Alice Madeddu, soprano, che delizieranno gli spettatori con le loro note e la loro voce. Al termine dei concerti, gli ospiti potranno brindare insieme e trascorrere del tempo con un aperitivo finale.
“Partecipando ad eventi simili – conclude Foddis – vogliamo dare risalto ai gioielli del nostro territorio, come la Chiesa di San Platano o il nuovo murale realizzato dall’artista Gisella Mura ispirato al sito archeologico di San Cromazio, un gioiello archeologico che conserva il più grande e meglio conservato mosaico d’epoca romana in Sardegna (circa 160 mq). Degustazioni di prodotti locali saranno inoltre offerte dalle associazioni, mettendo in luce le vere essenze del territorio”.
Il Parco San Platano, a partire dalle ore 16:00 di domenica 1 ottobre, sarà nuovamente teatro del Festival con iniziative dedicate al divertimento e alle animazioni per bambini. Alle ore 18.30, la Piazza Podda si trasformerà in una galleria a cielo aperto con l’inaugurazione di un nuovo murale realizzato dalla street artist Gisella Mura. Alle ore 19.30, il parco ospiterà degustazioni a cura delle Associazioni locali, un vero e proprio viaggio tra i sapori del territorio. La giornata invece si concluderà in musica, con il concerto della Banda Musicale di Decimomannu alle ore 20.30.
Il sito archeologico di San Cromazio
“La genesi del murale”, afferma Gisella Mura, l’artista e creatrice dell’opera, “è frutto di una profonda volontà di valorizzare il sito archeologico di San Cromazio, sia dal punto di vista artistico che dal punto di vista culturale e turistico. Durante la fase progettuale, per garantire autenticità e rilevanza storica all’opera, ho condotto una ricerca approfondita, analizzando le fotografie conservate nell’archivio comunale e effettuando visite dirette sul sito. Inoltre, ho avuto il privilegio di collaborare con il professor Giampiero Pianu, che ha guidato gli scavi archeologici nell’area per gli ultimi 30-40 anni.”
“Per replicare il mosaico in una versione pittorica, a seguito della mia ricerca e della consulenza, mi sono impegnata nel dipingere meticolosamente i diversi motivi ornamentali e simbolici”, afferma Gisella Mura. “Ho ricreato, tessera dopo tessera, parti dell’imponente mosaico, rispettando le differenze originarie dovute alla variabilità delle epoche. Anche cromaticamente, ho cercato di avvicinarmi il più possibile ai colori autentici dell’opera originale: le tonalità delle terre, dei verdi, dei grigi e dei neri. Per offrire una visione artistica moderna, questi segmenti mosaicati si sovrappongono e si intrecciano, creando un effetto tridimensionale che rievoca il linguaggio contemporaneo della street art. Così, il mosaico di San Cromazio, pur radicato in un linguaggio storico, rinasce in uno spazio pubblico moderno, rendendolo tangibile e rilevante per l’osservatore di oggi.”