Per il 60% giovani, la bellezza è un ideale da raggiungere. La salute però non rimane al primo posto
La salute percezione della bellezza tra i giovani è in costante evoluzione, influenzata in gran parte dalla cultura popolare e dalla pressione sociale, con i social media che svolgono un ruolo significativo in questo contesto. Il modello di bellezza idealizzato veicolato attraverso queste piattaforme spesso promuove corpi perfetti, magri e tonici, creando aspettative irrealistiche tra i giovani.
Recenti dati rivelano che sei giovani su dieci si sentono spinti a cercare e perseguire tali corpi perfetti sui social media. Cinque su dieci sono coinvolti nella condivisione di contenuti che incoraggiano la perdita di peso, alimentando ulteriormente le aspettative distorte legate all’immagine corporea. Questi dati sono stati presentati durante l’evento di lancio della campagna ‘Il costo della bellezza’, promossa da Dove, un noto marchio di cura personale di Unilever.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Cittadinanzattiva e Social Warning-Movimento Etico Digitale, mira a sensibilizzare il pubblico, in particolare i giovani, sui pericoli legati alla ricerca ossessiva di una bellezza idealizzata. La madrina del progetto è Aurora Ramazzotti, una figura nota e rispettata nel mondo dello spettacolo.
La campagna ‘Il costo della bellezza’ intende promuovere la consapevolezza sulla diversità delle forme e delle dimensioni corporee, sottolineando l’importanza di accettare se stessi e gli altri per ciò che sono. Si tratta di un appello per incoraggiare una visione più realistica e positiva della bellezza, contrastando gli standard irrealistici imposti dai media e dalla cultura popolare.
Questa iniziativa non solo offre un importante messaggio di fiducia e autostima per i giovani, ma mira anche a promuovere una conversazione aperta sulla salute mentale, evidenziando i rischi connessi all’insicurezza corporea e alla pressione sociale. La bellezza, infatti, dovrebbe essere definita dalla diversità e dalla individualità di ciascuno, anziché da standard inaccessibili e irrealistici.