Claudio Ollanu Perdas Novas

“Architetture di pietra”: scopriamo il cantiere sperimentale nuragico

Strutture megalitiche e monumentali in Sardegna e nel Mediterraneo in epoca preistorica e protostorica.
La pietra, simbolo di una straordinaria storia millenaria della Sardegna. Sono le pietre dei nuraghi, is perdas beccias, le stesse che disegnano dall’alto il paesaggio e i confini dell’isola, attraverso i muretti a secco e i resti di quegli insediamenti.

Testimonianze preziose di una cultura evoluta, ancora poco conosciuta e poco valorizzata, di grandi guerrieri e di grandi architetti, artefici e maestri di imprese straordinarie. Pietre, dalle più maestose alle più piccole, le cui forme ancora visibili, raccontano di come venivano lavorate e utilizzate dagli antichi costruttori per realizzare, secondo metodi geniali, precisi e tra i più sofisticati, gli imponenti nuraghi a secco con la volta a tholos o quelli più complessi.

Non vi è alcuna traccia scritta su quelle spettacolari tecniche costruttive o sulla vita della comunità, tramandata da quel periodo. Ma quelle Architetture millenarie custodiscono ancora la nostra identità e sono l’espressione più eloquente delle capacità creative di quell’epoca lontana. Elementi costitutivi del paesaggio della Sardegna, dal forte valore ideologico, spirituale e identitario, ancora oggi da approfondire in merito alle tecniche costruttive e alla destinazione funzionale originaria.

Uno scenario di origini antiche

Da Gergei, un piccolo comune dalle origini antichissime nel Sarcidano, abbracciato dalle grandi giare, la Giara di Gesturi, o Sa Jara Manna, e la Giara di Serri, immerso in uno splendido scenario che racchiude preziosi siti archeologici e architettonici del periodo pre-nuragico e nuragico, fenicio punico e romano, ha origine il cuore di un progetto guidato dall’associazione culturale Perdas Novas che prende vita tanti anni fa dalla passione per la civiltà nuragica e per le pietre, dallo studio sul campo delle tecniche costruttive arcaiche dei nuraghi e dall’amore per la propria terra dei fratelli Simone Ollanu e Claudio Ollanu, rispettivamente presidente e vicepresidente, insieme a Beatrice Auguadro, architetta di origini sarde residente a Como, appassionata della Sardegna e dell’archeologia nuragica, anche lei promotrice del progetto, Segretaria/Tesoriera dell’associazione.

Una importante iniziativa che vede l’organizzazione nell’isola del primo convegno internazionale “Architetture di pietra – Strutture megalitiche e monumentali in Sardegna e nel Mediterraneo in epoca preistorica e protostorica” e il lancio del “Progetto Nuraghe|Perdas Novas”, il più grande progetto di cantiere sperimentale nuragico avviato in Sardegna per la costruzione ex novo di un Nuraghe trilobato nell’agro di Gergei, con tecniche di archeologia sperimentale e l’organizzazione logistica di un cantiere di epoca nuragica.

Un’impresa imponente che sin dai primi passi è accompagnata e sostenuta da un appassionato gruppo di studiosi ed esperti, ingegneri, architetti, archeologi, storici, filosofi, ricercatori a vario titolo e operatori economici, nata dall’urgenza di intraprendere una serie di iniziative volte alla conservazione e alla valorizzazione dell’eredità culturale e contribuire al rilancio del patrimonio architettonico e monumentale sardo di epoca preistorica e protostorica, caratterizzato proprio dalle architetture antiche degli oltre 8.000 nuraghi.

CONVEGNO | ARCHITETTURE DI PIETRA

Il 10, 11 e 12 novembre si terrà il primo convegno internazionale “Architetture di pietra – Strutture megalitiche e monumentali in Sardegna e nel Mediterraneo in epoca preistorica e protostorica” che si articolerà nelle tre giornate dalle 9:00 del mattino fino alla sera, rispettivamente nei Comuni di Serri, Isili e Gergei, e vede tra i relatori tanti esperti e studiosi, sardi, nazionali e internazionali, il coinvolgimento dell’Università di Cagliari e dell’Università di Sassari, la Regione Sardegna, la Fondazione di Sardegna, la Soprintendenza di Cagliari, la Soprintendenza di Oristano e Sud Sardegna, la Soprintendenza di Sassari, la Comunità Montana Sarcidano-Barbagia di Seulo, il Gal Sarcidano-Barbagia di Seulo, i sindaci che ospitano l’evento di Gergei, Isili e Serri, la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (FASI), i comuni del territorio (Barumini, Mandas, Escolca, Gesturi, Laconi, Nuragus, Nurallao, Genoni) e dell’isola, e i rappresentanti e le rappresentanti istituzionali. Un’occasione unica di condivisione e di confronto diretto con una serie di importanti realtà regionali, nazionali e internazionali di esperti delle strutture megalitiche e monumentali, dal Neolitico sino alla fine del I millennio a. C. e di altri paesi del Mediterraneo, per approfondire in particolare le caratteristiche costruttive delle costruzioni in pietra e a secco.

Tre le Sessioni principali, una per ogni giornata: venerdì si affronterà il tema del Megalitismo Italiano e Mediterraneo e Visione del paesaggio megalitico-culturale; sabato si parlerà di Architetture megalitiche e monumentali in Sardegna e caratteristiche costruttive. L’ultima giornata di domenica sarà dedicata alla Sessione di progettazione partecipata sul Progetto Nuraghe Perdas Novas. In programma anche visite guidate al cantiere sperimentale dove verranno illustrate le tecniche costruttive di un nuraghe e le modalità di movimentazione e lavorazione della pietra.

PERDAS NOVAS | PROGETTO DI COSTRUZIONE DI UN NURAGHE TRILOBATO EX NOVO

Colonna portante dell’iniziativa insieme al convegno internazionale “Architetture di Pietra” è il “Progetto Nuraghe”, che prevede la realizzazione di un “cantiere-laboratorio” a cielo aperto per la costruzione integrale di un Nuraghe trilobato, nell’agro di Gergei, di particolare valore per la prossimità alla principale area distributiva di siti nuragici. Un’impresa titanica, una straordinaria visione, finora mai tentata da nessuno: costruire daccapo, con pietre nuove, un Nuraghe, restando il più aderente possibile alle probabili e realistiche tecniche costruttive dell’epoca, attraverso l’utilizzo dei materiali disponibili sul territorio, come presumibilmente succedeva in antichità. Uno spazio di lavoro propedeutico che richiederà almeno vent’anni per l’innalzamento della monumentale opera e che si basa sulla conoscenza attraverso lo studio e la sperimentazione, in cui si seguono i principi dell’archeologia sperimentale a partire dall’opera d i taglio, trasporto e posa delle grandi pietre. Il convegno rappresenta l’evento di lancio del più grande progetto di cantiere sperimentale nuragico avviato in Sardegna.

La prima fase del progetto, attualmente già in corso, vede nel cantiere di archeologia sperimentale “Is Perdas” (Gergei), finanziato attraverso un bando GAL, visitabile in occasione del convegno, le prove di costruzione a terra, attraverso uno studio pratico-scientifico, della parte sommitale del nuraghe: quella parte che purtroppo non possiamo più vedere nei monumenti millenari a tholos della Sardegna, perché crollata. Il cantiere di archeologia sperimentale Perdas Novas dove invece nella seconda fase verrà costruito integralmente il Nuraghe, avrà la sua sede ufficiale nell’agro di Gergei.

“Costruire per capire”, è il motto che muove i promotori dell’iniziativa, i fratelli Simone Ollanu e Claudio Ollanu, alla guida dell’associazione Perdas Novas insieme all’architetta Beatrice Auguadro, affiancati dal supporto tecnico-scientifico di studiosi della civiltà nuragica e dal contributo fondamentale di maestri artigiani della lavorazione della pietra, del legno, delle corde. “Un sogno che nasce dal contatto con la materia che caratterizza la nostra terra: la pietra. È la passione che ci spinge a realizzarlo, proviene da lontano ed è stata alimentata in questi anni dal rispetto, dalla curiosità, e dall’orgoglio provati dinanzi ai monumenti antichi sapientemente costruiti dai nostri antenati: i Nuraghi”, spiega Claudio Ollanu, vicepresidente di Perdas Novas. Costruire ex novo un nuraghe, significa quindi entrare in contatto con la terra, il passato, la materia, gli strumenti, la fatica, le tecniche arcaiche: creare un ponte diretto con i nostri avi per non dimenticare la maestria di chi ci ha preceduto e per poter contribuire alla divulgazione della nostra storia, delle nostre radici e della nostra identità. Passato, presente e futuro che traggono forza vitale dalla stessa materia: le pietre, is perdas.

L’idea prende forma nel 2015

Un’idea progettuale nata negli anni 2015-2016 e che via via è andata sviluppandosi e consolidandosi fino alla costituzione dell’associazione culturale “Perdas Novas” nel 2020. Un lavoro di sperimentazione delle antiche tecniche costruttive che trae ispirazione da tutti questi anni di studio e analisi sui nuraghi, di ricerca sulle varie metodologie con il coinvolgimento di esperti ed accademici nell’ambito dell’archeologia, della storia sarda, dell’ingegneria, filosofia, architettura e gestione dei beni culturali. E soprattutto dall’esperienza diretta sul campo dei fratelli attraverso la costruzione, con le pietre megalitiche, dell’agriturismo di famiglia “Is Perdas”, oggi tra le strutture ricettive più importanti del territorio e dell’isola che accoglie ospiti da tutto il mondo, dall’amore incondizionato per la Sardegna e dalla loro incontenibile passione e curiosità, determinata dal desiderio di scoperta della propria identità attraverso l’eredità culturale e materiale che gli antichi ci hanno lasciato.

“Un sogno, concreto, per accendere un faro importante sul nostro patrimonio archeologico, che ha origine dal desiderio e dalla volontà di valorizzare e promuovere la civiltà nuragica in Sardegna, le cui tracce, ancora in piedi, ci consegnano testimonianze dal valore inestimabile dell’eredità architettonica, archeologica, culturale, artigianale e paesaggistica, e per creare un futuro sostenibile in un territorio ad alto potenziale storico, turistico e culturale”, aggiunge Simone Ollanu, presidente di Perdas Novas. Riproporre quindi le tecniche di archeologia sperimentale, tutti i momenti costruttivi necessari per capire come venivano innalzati i Nuraghi, attraverso le diverse fasi di convalida-rettifica sulle ipotesi costruttive e attraverso questo processo codificare e riconoscere le peculiarità e l’ingegnosità della civiltà che li ha realizzati.

Tra gli obiettivi primari del convegno vi è anche l’elaborazione di un contributo alla definitiva consacrazione della valenza architettonica dei Nuraghi e anche in particolare, la costituzione di un Comitato Tecnico-Scientifico Interdisciplinare che dovrà guidare il progetto di realizzazione del Nuraghe. Tra i rappresentanti del comitato scientifico del progetto: Silvano Tagliagambe, referente scientifico, Filosofo e epistemologo, professore emerito di Filosofia della Scienza, già Direttore scientifico del progetto “Scuola Digitale” e della “Scuola per il Paesaggio” della Regione Sardegna; Giorgio Murru, Archeologo, Direttore del Museo dei Menhir di Laconi; Angelo Saba, ingegnere, operatore-ricercatore nelle procedure di restauro di monumenti nuragici; Andrea Vallebona, esperto di marketing e sviluppo territoriale; Elisabetta Gola, docente di Filosofia e teorie dei linguaggi nel Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell’Università di Cagliari, dove coordina il corso di laurea in Scienze della comunicazione; Alberto Pozzi, Vice Presidente della Società Archeologica Comense, divulgatore esperto di Megalitismo; Giulio Magli, astrofisico e archeoastronomo, Professore Ordinario di Archeoastronomia alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano; Franco Campus, archeologo; Beatrice Auguadro, architetta, socia fondatrice e Segretaria e Tesoriera dell’Associazione culturale Perdas Novas; Nicola Dessì, archeologo e divulgatore.

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