I nuovi metodi di indagine della Guardia di Finanza permettono di bloccare le reti di streaming pirata, ma anche di cogliere sul fatto gli utenti che le utilizzano
Le IPTV, reti di streaming pirata, sono uno dei servizi illegali più diffusi nel territorio italiano. Tramite la connessione internet e un abbonamento relativamente economico, queste permettono la visione di un catalogo enorme di contenuti piratati. Sport, film, serie TV, tutti servizi che le piattaforme offrono in abbonamento. Per questo, migliaia di utenti le utilizzano per aggirare i costi di servizio delle emittenti che detengono regolarmente i diritti di trasmissione dei contenuti. La novità è che le forze dell’ordine hanno sviluppato nuove modalità di indagine, efficaci per intercettare chi gestisce le reti pirata, ma anche gli utenti che le utilizzano.
Nel mese di maggio di quest’anno, la Guardia di Finanza è riuscita a smantellare una delle reti di streaming pirata più significative in Italia, nota come StreamCreed. Ciò che rende questa operazione diversa dalle precedenti è il fatto che, anziché chiudere il servizio, le autorità hanno deciso di mantenerlo attivo, gestendolo internamente. La ragione dietro questa decisione è ben precisa: consentire agli utenti di continuare a guardare illegalmente i contenuti, allo scopo di identificarli tramite i loro indirizzi IP e applicare loro le sanzioni previste dalla legge. Non è bastato l’utilizzo di una VPN a proteggere gli spettatori illegittimi.
Attraverso questa operazione la Guardia di Finanza è riuscita a denunciare e multare migliaia di utenti. Data la straordinaria efficacia di questa “trappola”, questa modalità di indagine è stata replicata a settembre, e i risultati non si sono fatti attendere. Sono stati intercettati 6.000 utenti, con multe che si aggirano intorno ai 1.000 euro.
L’obiettivo delle forze dell’ordine: la sicurezza degli utenti e la garanzia del diritto d’autore
Emerge chiaramente che le istituzioni e le forze dell’ordine stanno adottando azioni concrete per contrastare il fenomeno del pezzotto. L’obiettivo è punire senza distinzione tutti coloro che sono coinvolti in queste pratiche illegali. Non si fa riferimento solamente agli individui o alle organizzazioni che trasmettono illegalmente contenuti, ma anche agli utenti che utilizzano questi servizi di streaming pirata.
Con l’introduzione della nuova legge anti-pezzotto, le sanzioni sono notevolmente aumentate, portando le multe fino a 5.000 euro e la pena detentiva fino a 3 anni. Queste disposizioni sono elementi che certamente devono mettere in guardia gli utenti: l’utilizzo di IPTV comporta rischi notevoli, sia dal punto di vista economico che penale.
Oltre a ciò, bisogna ricordare che i software utilizzati per accedere alle IPTV e ai suoi contenuti possono rivelarsi pericolosi per la sicurezza informatica degli utenti. A volte, dietro questi programmi, è possibile individuare virus e malware che mettono a rischio i dati e i dispositivi degli utenti.