Lelio Lecis sottolinea da sempre l’importanza dello spazio scenico, che si concretizza in una struttura teatrale
Lelio Lecis, regista teatrale sardo, con un’importantissima carrera alle spalle, fonda nel 1977 la compagnia Akròama. I primi anni sono volti alla ricerca del “Teatro Totale“, dove sono incluse le discipline del canto, della danza e della parola. La ricerca e la sperimentazione sono un’esigenza. Il primo spettacolo va in scena nel maggio del 1979 con “La notte delle danze“, che riceverà nel tempo numerosi apprezzamenti. Il secondo spettacolo vede la luce nel 1981, “Mariedda“, una versione sarda della “Piccola Fiammiferaia”, rappresentazione di una società contadina misterisosa, permeata di contraddizioni.
Alla ricerca di un teatro
Fin da subito nasce l’esigenza nella compagnia di trovare uno spazio in cui poter provare e trovare la giusta misura dell’agito in scena. Attraverso varie vicissitudini (che ricordano l’esigenza di un teatro ricercata dal Living Theatre negli anni 60/70), nasce la scommessa di Lelio Lecis. Trasformare il Teatro delle Saline in un polo creativo per Cagliari risultava di certo un’impresa di certo non semplice. La burocrazia, i costi per la ristrutturazione, il parere non da subito favorevole dei propietari – i lavoratori delle saline – sembravano minare il progetto in partenza.
Il Teatro delle Saline oggi
La ristrutturazione è avvenuta nel 1991 ad opera di Akròama – Teatro Stabile d’Arte Contemporanea – e presenta un palco di 332 mq. con 332 posti a sedere. I tempi della ristrutturazione sono stati celeri, nel pieno rispetto della struttura originaria, in stile Art Noveau, ricco di affreschi policromi sul soffitto, dipinti, stucchi e motivi decorativi sulle pareti. Ospita una biblioteca aperta ad appassionati e non solo. E’ stata la sede della Scuola d’Arte Drammatica per diversi anni.
“SUSN” lo spettacolo
Dal 1/11 al 4/11 è andato in scena lo spettacolo “SUSN“, di Herbert Achternbush. Cinque storie di donne che appartengono a periodi differenti ma che danno comunque corpo ad un testo organico, facendolo sembrare come la vita di una donna nei diversi periodi della sua esistenza. I primi due quadri sono interpretati da Julia Pirchl, il terzo da Roberta Pasquinucci, mentre il quarto e il quinto da Tiziana Martucci. Lo spettacolo è estremamente suggestivo. La multimedialità entra in gioco, con la proiezione di filmati sul sipario e nel fondale della scena, con cui gli attori si mettono in gioco a vario titolo. L’atmosfera è a tratti tipica di un sogno, di irrealtà. In tutti e cinque i quadri Susan appare come una donna tormentata, che si domanda e pone delle domande, si rivolge al pubblico senza veli e senza timori. Simeone Latini, nel ruolo dello scrittore, si conferma come un attore dalla presenza scenica unica e inconfondibile.