Don Pasquale

TsE: “Don Pasquale” di Donizetti in scena domenica 12 novembre

Un amore contrastato dà il la all’intrigo in “Don Pasquale”, celebre opera buffa in tre atti con musiche di Gaetano Donizetti, anche autore del libretto insieme con Giovanni Ruffini, in programma domenica 12 novembre alle 19.30 al TsE di Is Mirrionis, in via Quintino Sella a Cagliari

Sotto i riflettori il baritono Roberto Dettori nel ruolo del titolo, accanto a un istrionico Manuel Cossu (baritono) nei panni del dottor Malatesta, con il soprano Chiara Loi nella parte di Norina e il tenore Carlo Cocco in quella di Ernesto, sulle note dell’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt” diretta da Raimondo Mameli per un nuovo appuntamento con la rassegna “Vieni all’Opera al Teatro TsE”.

La trama di Don Pasquale

Don Pasquale desidera che il nipote sposi una ricca gentildonna, ma costui, innamorato della bella Norina rifiuta così il vecchio si risolve, su consiglio del dottor Malatesta, a prender moglie egli stesso, diseredando il giovane, il quale si dispera e medita di partire. Intanto viene celebrato il finto matrimonio tra Don Pasquale e Sofronia, casta fanciulla che altra non è se non la stessa Norina travestita, la quale si ingegna in ogni modo di strapazzare l’anziano marito, portandolo sull’orlo della pazzia con i suoi capricci e la sua crudeltà, tanto che questi, appreso dell’inganno, si scopre ben lieto di liberarsi di quella odiosa moglie e ritrovare la sua tranquillità, e benedice le nozze tra nipote Ernesto e Norina.

Un tema malizioso, quasi da pochade, per l’opera (ispirata a “Ser Marcantonio” di Angelo Anelli) che gioca con le illusioni di un vecchio, affascinato dalla bellezza e dalla gioventù, a fronte del tenero e naturale sentimento sbocciato tra i due giovani, per cui l’unico impedimento è rappresentato dalla mancanza di denaro, di cui Don Pasquale dispone invece in abbondanza, anche se ciò non basta a garantirgli la felicità.

Una maliziosa beffa, con la celebrazione di un finto matrimonio, per favorire l’amore tra due giovani è il fulcro di “Don Pasquale”, celebre opera buffa in tre atti con musiche di Gaetano Donizetti, che firma anche, insieme con lo scrittore Giovanni Ruffini, il libretto (ispirato a “Ser Marcantonio” di Angelo Anelli) in cartellone, in forma di concerto, domenica 12 novembre alle 19.30 al TsE di via Quintino Sella, nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari per un nuovo appuntamento con la rassegna “Vieni all’Opera al Teatro TsE” organizzata dal Teatro del Segno in collaborazione con l’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt”, nell’ambito del progetto pluriennale Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro 2017-2026.

Appuntamento al TsE di Via Quintino Sella

Il protagonista è un uomo abbiente che ambisce per il nipote Ernesto, erede del suo ricco patrimonio, un’ulteriore ascesa sociale attraverso le nozze con una ricca e aristocratica zitella ma costui, innamorato della bella Norina, una giovane vedova con pochi mezzi, declina l’offerta, suscitando il disappunto dello zio, il quale pensa bene di sposarsi a propria volta, sia pure in tarda età, modificando il testamento.

Il vecchio domanda consiglio ad un amico, il Dottor Malatesta e costui gli suggerisce di prendere in moglie Sofronia, una casta fanciulla, dietro cui si cela proprio Norina, che incanta e ammalia l’anziano pretendente con la sua avvenenza e la sua grazia, salvo poi rivelarsi un’infida serpe in seno, una donna capricciosa, algida e autoritaria, nonché spregiudicata, tanto da condurre il marito alla disperazione e fin sull’orlo della follia. Vittima dell’inganno, Don Pasquale non ha da rammaricarsi se non con se stesso per la propria ingenuità, quando l’atteso idillio si trasforma in un inferno e quindi accetta con sollievo l’idea che si sia trattato di uno scherzo e benedice l’unione tra Ernesto e Norina, ben felice di sottrarsi alle grinfie dell’arpia e riacquistare la tranquillità e la libertà.

I protagonisti

Sotto i riflettori il basso-baritono Roberto Dettori nel ruolo di Don Pasquale e il baritono Manuel Cossu, dallo spiccato talento istrionico, nei panni del Dottor Malatesta insieme con il soprano Chiara Loi nella parte di Norina e il tenore Carlo Cocco in quella di Ernesto, sulle note dell’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt”, sotto la guida del maestro concertatore e direttore Raimondo Mameli, per una raffinata antologia di arie e duetti, accanto a suggestive pagine strumentali: un’occasione per riscoprire uno dei capolavori del maestro bergamasco, e lasciarsi conquistare dal fascino immortale dell’opera lirica, che continua a suscitare emozioni e sedurre le platee alle soglie del Terzo Millennio.

I temi

Nel “Don Pasquale” di Donizetti riaffiorano temi classici della commedia, dal dramma di due giovani innamorati separati dalle circostanze avverse all’imprudenza di un vecchio, ammaliato dalla beltà muliebre e inconsapevole del ridicolo, laddove a tutti sia chiaro ed evidente che una fanciulla potrebbe acconsentire a sposarlo solo per interesse, non verso di lui ma verso il suo denaro.

La questione dell’eredità, grazie alla quale Ernesto potrebbe convolare a nozze con l’amata Norina, ma che Don Pasquale rivendica invece per sé, per godersi una tardiva quanto illusoria felicità, dà alla vicenda un tono pratico e concreto: ché la passione romantica, seppure infuocata o tempestosa, non sopravvive nello squallore e nella miseria e un giovane di nobile animo non oserebbe chiedere la mano di una donna se non fosse in grado di provvedere più che dignitosamente alle necessità della futura famiglia.

Sul palco del TsE risuoneranno le incantevoli melodie del “Don Pasquale”, dal dialogo tra il protagonista e il dottor Malatesta, “Son nov’ore… Bella siccome un angelo… Un foco insolito” in cui si trama il matrimonio tra il vecchio e la sedicente Sofronia, che trasporta il pubblico in medias res, con l’ansia e l’aspettativa del “fidanzato” agé in attesa di conoscere la sua promessa sposa, al duetto tra Ernesto e lo zio, “Prender moglie?”, alla cavatina che segna l’ingresso di Norina, “Quel guardo il cavaliere… So anch’io la virtù magica”, disposta a prestarsi al gioco in nome dell’amore per Ernesto, come svela nel recitativo e poi nel duetto con Malatesta, “Pronta sono!”.

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