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Dream scenario: la recensione del film onirico con Nicolas Cage

In Dream scenario un mite professore diventa protagonista delle vite degli altri in modo decisamente curioso: appare nei sogni. Di chiunque. Anche di coloro che non lo conoscono.

In Dream scenario, Paul, interpretato da Nicolas Cage, vede la propria vita cambiare quando raggiunge il successo a lungo desiderato. Tuttavia, la ragione di questo successo è nebulosa, esattamente come lo è il ricordo di un sogno: flebile e astratto, dai contorni indefiniti e opachi. Così com’è l’essere virale al giorno d’oggi. Quindi la domanda che nasce spontanea è: resterà davvero una traccia di tutto ciò nel futuro?

Nei sogni, talvolta ricorrenti, in cui Paul è protagonista, il professore non fa nulla. Che sia un’apparizione in un contesto folle o ordinario, Paul passeggia, si affaccia da una soglia, ma non interviene in alcun modo. 

Tutti sognano Paul, chiunque, ma non sua moglie. La donna prova sentimenti contrastanti riguardo la situazione. Si ritrova a essere gelosa del proprio uomo ma, sapere che in qualche modo è condiviso o ambìto da altre persone, un po’, la eccita.

Sappiamo che in qualche modo “da un grande potere derivano grandi responsabilità” o meglio, conseguenze. Con la fama possono arrivare anche effetti collaterali indesiderati. Paul si trova a dover fare i conti con i fanatici, i maniaci, e dover proteggere se stesso e la sua famiglia.

La svolta che permette a Paul di poter sognare, a sua volta, un cambio per la sua carriera accademica è l’agenzia pubblicitaria, che andrà circuirlo. Nello staff dell’agenzia c’è, ovviamente, chi vede Paul nei propri sogni, come la giovanissima Molly (Dylan Gelula). Ma i sogni di Molly si distinguono dagli altri per la forte carica erotica.

Tuttavia, le cose cambiano drasticamente quando Paul scopre che una sua collega accademica, ha pubblicato un articolo su una prestigiosa rivista, in merito a una ricerca sulla quale lui stesso era coinvolto, ma senza citarlo. Da questo momento, da personaggio passivo e innocuo, Paul diventa protagonista di macabri incubi. In questi, Paul, è un vero “Freddy Kruger” che tortura e uccide le persone di cui è ospite negli incubi. Tutto ciò da origine a un vero proprio scandalo e condurrà la parabola del successo di Paul a un’inevitabile volo a picco. Come reagirà il mite professore di biologia? E quanto conta la sua fervida immaginazione a occhi aperti, che difficilmente o praticamente mai si avvera, nel suo percorso?

Intanto, l’esperienza di Paul, permetterà a dei ragazzi di realizzare Norio, un dispositivo che permette, a chi lo indossa, di accedere durante il proprio sonno, al sogno di altre persone per inserire contenuti pubblicitari. In poche parole: le nuove frontiere degli influencer.

A24, casa di produzione e distribuzione dal respiro italiano mette a segno un altro colpo nella propria catena di film di successo (vedi Moonlight, Hereditary, Midsommar, The Lighthouse, Diamanti grezzi, C’mon C’mon, The Whale, X: A Sexy Horror Story, Everything Everywhere All at Once) 

Nicolas Cage offre un’ottima performance, bilanciando il suo noto carisma eccentrico con una vulnerabilità che rende il suo personaggio particolarmente umano. La regia di Kristoffer Borgli mantiene un tono discreto e sobrio nonostante la trama bizzarra e controversa, riuscendo a fornire al pubblico un’esperienza cinematografica divertente ma anche stimolante.

La sceneggiatura brillante, piena di battute argute e situazioni paradossali porta a riflettere sul potere dei sogni e sull’impatto della celebrità (in particolar modo di quelle passeggere) nella vita di una persona comune. La colonna sonora e la fotografia contribuiscono a creare un’atmosfera che oscilla tra il reale e l’onirico. Dream Scenario è un film che merita di essere visto per la sua capacità di offrire una satira intelligente e provocatoria sulla società contemporanea. Una visione consigliata per chi apprezza il cinema che sfida le convenzioni e stimola la mente.

About Salvatore Uccheddu

Classe 1989. Appassionato cinefilo a 360°, degustatore di birre e di pizze. Amante dei bei film, ma anche di quelli brutti, davvero brutti. Si è cimentato come regista in lavori discutibile fattura. Irriducibile cacciatore di interviste agli addetti ai lavori della settima arte.

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