Crioconservazione: una speranza per il futuro del pianeta, salvaguardando piante minacciate dall’estinzione e contrastando il riscaldamento globale
La crioconservazione, o conservazione criogenica, è una tecnica che coinvolge il congelamento di materiali biologici a temperature estremamente basse. Di solito intorno o al di sotto dei -196 gradi Celsius, utilizzando azoto liquido. Questa tecnica è stata ampiamente utilizzata per conservare gameti, embrioni, e cellule staminali umane. Sta diventando sempre più interessante anche per la conservazione di piante in via di estinzione.
Nel contesto della minaccia alla biodiversità causata dalla ruggine del mirto in Australia, l’Università del Queensland sembra sostenere che la crioconservazione potrebbe essere una soluzione promettente. La crioconservazione delle piante potrebbe consentire di preservare la diversità genetica e di mantenere vive le specie minacciate. Tutto questo anche se il loro habitat naturale è compromesso.
Se questa tecnica venisse applicata su larga scala e estesa ad altre piante minacciate o colpite dal cambiamento climatico, potrebbe rappresentare un approccio innovativo nella conservazione della biodiversità. La crioconservazione potrebbe essere utilizzata per creare “banche del DNA“. Queste sono delle specie vegetali che potrebbero essere utilizzate per il ripopolamento in futuro o per la ricerca scientifica.
E’ importante notare che la crioconservazione può essere costosa e richiedere risorse considerevoli. Inoltre, ci sono ancora sfide tecniche e etiche da affrontare nella sua applicazione su larga scala. Tuttavia, se adeguatamente sviluppata e implementata, potrebbe svolgere un ruolo significativo nella conservazione della biodiversità e nella sicurezza ambientale in risposta alle minacce globali come il riscaldamento climatico.