Lavorare a maglia fa bene al cervello, lo dimostra la scienza

Il knitting, praticato da atleti come Tom Daley, ha benefici confermati sulla salute mentale, secondo studi.

Tom Daley, l’atleta britannico, è diventato un’icona del knitting ai Giochi Olimpici di Tokyo 2021, seduto sugli spalti a creare capi dopo la vittoria nei tuffi sincronizzati. Questa passione per il lavoro a maglia, condivisa anche da Albert Einstein, è ora supportata dalla scienza per i benefici sulla salute mentale. Il Gomitolorosa, ente filantropico impegnato con pazienti oncologiche, ha commissionato uno studio scientifico all’Istituto Neurologico Besta di Milano.

Coinvolgendo 40 esperti di knitting, l’indagine ha rivelato un impatto positivo sull’attenzione e la concentrazione, confermando i benefici del lavoro a maglia. Particolarmente interessante è l’effetto positivo sulle pazienti oncologiche, migliorando la consapevolezza durante le consultazioni mediche. Alberto Costa, presidente di Gomitolorosa e oncologo, sottolinea quattro benefici chiave: consapevolezza, aderenza al trattamento, qualità della cura e riduzione di ansia e paura.

Lo studio, inviato alla rivista ‘Scientific Reports’, ha utilizzato la Magneto-Encefalo-Grafia per registrare l’attività cerebrale durante il lavoro a maglia. L’attenzione aumentava notevolmente e perdurava anche dopo la sessione, sottolineando l’efficacia del knitting nel migliorare lo stato di attivazione e orientamento delle persone.

La ricerca si è concentrata su un gruppo di controllo, soggetti non abituali al lavoro a maglia, per confrontare i risultati. L’innovazione della ricerca risiede nella dimostrazione scientifica di come il lavoro a maglia influisca positivamente sull’attenzione, migliorando l’allerta e l’orientamento. Costa enfatizza che questo fenomeno, noto come ‘patient empowerment’, è cruciale per i pazienti in percorso di cura, migliorando la comprensione della malattia e l’adesione al trattamento.

La ricerca, attualmente in fase di revisione per la pubblicazione, contribuisce a comprendere il ruolo di attività rilassanti nel migliorare la qualità della vita, particolarmente nei contesti di malattie oncologiche.

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