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Il 6 dicembre a Cagliari la seconda edizione dell’iniziativa dedicata alla moda sostenibile, al riciclo e al riutilizzo
Torna a Cagliari la seconda edizione del “Vintage Day“, l’iniziativa organizzata da IED Sardegna dedicata alla moda etica e sostenibile, al riciclo e al riuso. L’appuntamento è per mercoledì 6 dicembre, a partire dalle 16:30 fino alle 20:00, proprio nella sede cagliaritana dello IED, ovvero Villa Satta Muntoni (in viale Trento, 39). L’ingresso alla manifestazione è gratuito e aperto a tutti.
Questa edizione del “Vintage Day” vedrà la partecipazione di sette espositori di capi vintage, preloved, slow fashion e upcycling. Tra questi, spiccano nomi di rilievo quali Signora P, May Mask, Big Thunder, Recyclerie, Effe Glamour Vintage, Istrada vintage e Migda.
Il Vintage Day contro il fenomeno della “fast fashion”
L’evento è sicuramente un’occasione per scoprire le nuove tendenze della moda sostenibile, ma anche per fare acquisti consapevoli e contribuire alla tutela dell’ambiente, contribuendo dunque in maniera concreta a combattere la dilagante piaga della “fast fashion“: strategia di produzione compulsiva di prodotti di alta moda a prezzi accessibili a tutti, che comporta inevitabilmente enormi quantità di rifiuti tessili e inquinamento.
I capi vintage e preloved, in tal senso, sono prodotti che hanno già avuto una vita precedente e che vengono riutilizzati, evitando così di produrre nuovi rifiuti.
La slow fashion, invece, si concentra sulla produzione di capi di qualità, realizzati con materiali sostenibili e durevoli. L’upcycling, infine, è una tecnica di riciclo creativo che permette di dare nuova vita a materiali di scarto.
Il “Vintage Day” sarà anche un’occasione per IED Cagliari di aprirsi alla città e di promuovere la cultura della sostenibilità. L’evento sarà accompagnato da un intervento di Alice Tolu, docente di Storia della Moda nel corso triennale in Fashion Design di IED Sardegna, dal titolo “La democratizzazione della moda negli anni 60: quel futuro già scritto verso il modello economico del fast fashion”.
