“Diabolik, chi sei?”: la recensione del film dei Manetti Bros.

Arriva in sala Diabolik, ci sei?, capitolo conclusivo della trilogia dedicata all’inafferrabile criminale con Miriam Leone, Valerio Mastandrea e Giacomo Giannotti

Diabolik, chi sei?, diretto dai Manetti Bros nel 2023, è la terza e ultima parte del trittico dedicato alla rivisitazione del celebre Re del Terrore creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani. In questo episodio vengono esplorate le origini del personaggio di Diabolik, svelando l’arco narrativo giovanile e la sua genesi che andrà a sfociare nella nascita del geniale e diabolico criminale.

I registi Marco e Antonio Manetti riescono a correggere il tiro, rispetto ai due episodi precedenti, catturando in modo più efficace l’essenza del ladro mascherato, trascinando lo spettatore in un’atmosfera noir e visivamente accattivante. Merito di una fotografia più elaborata, in questo caso a richiamare anche flashback del passato di Diabolik che richiamano in modo ancora più marcato le pagine dei fumetti, con un bianco e nero dai forti contrasti. Scenografie e costumi sono ancora una volta curati nei minimi dettagli, volti a creare un mondo un mondo in costume credibile sebbene di fantasia.

Giacomo Giannotti, nel ruolo di Diabolik per la seconda volta, offre un’interpretazione ancora un po’ goffa, rispetto all’immaginario creato dalle sorelle Giussani, incarnare il criminale in modo freddo e spietato ma, involontariamente, anche un po’ ingessato. Miriam Leone, confermata alla sua triplettta nei panni attillati e sensuali di Eva Kant, è una garanzia, convincente sullo schermo come femme fatale, capace di trasmettere la complessità delsuo personaggio. Valerio Mastandrea torna nei panni dell’Ispettore Ginko, confermando la versatilità e camaleonticità dell’attore romano nell’incarnare l’antitesi dell’innafferrabile criminale. A confermare il punto debole del casting, già riscontrato nel precedente capitolo della trilogia (Diabolik – Ginko all’attacco), Monica Bellucci nel ruolo di Altea duchessa di Vallenberg. Un ruolo di spessore, austero ed elegante, di stampo francese ridotto a caricatura banale nell’interpretazione biascicata dalla Bellucci.

La trama è ben costruita, alternando con attenzione ed efficacia, momenti di alta tensione a fasi più riflessive e più profonde che penetrano nella psicologia dei personaggi. In particolar modo di Diabolik e Ginko. 

Nota di merito per Paolo Calabresi, nel ruolo di King, mentore e mecenate nel periodo giovanile di King. Calabresi è capace di incarnare il controverso personaggio co-protagonista degli albi 107 e 620, dando spessore al personaggio, artefice di quel che in futuro sarà il re del terrore.  

La colonna sonora, firmata da Pivio e Aldo de Scalzi, arricchisce ulteriormente l’esperienza cinematografica, con brani che spaziano dal jazz al rock passando per il prog italiano, marcando i momenti cruciali della narrazione e sostenuti anche dall’interpretazione, in alcuni brani, di Alan Sorrenti e dei Calibro35.

Diabolik, chi sei? conclude in maniera positiva e avvincente la trilogia dedicata al criminale leggendario rendendo giustizia al mito e all’universo creato dalle sorelle Giussani. I Manetti Bros dimostrano ancora una volta, da grandi amanti del cinema e profondi conoscitori del mestiere, di avere l’esperienza e le capacità di reinventare i generi e di saper portare sul grande schermo storie avvincenti e adrenaliniche. 

Un must per i fan del fumetto e per gli amanti del cinema di qualità.

About Salvatore Uccheddu

Classe 1989. Appassionato cinefilo a 360°, degustatore di birre e di pizze. Amante dei bei film, ma anche di quelli brutti, davvero brutti. Si è cimentato come regista in lavori discutibile fattura. Irriducibile cacciatore di interviste agli addetti ai lavori della settima arte.

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