Al via la 19ª Edizione (2023) del festival del cortometraggio mediterraneo Passaggi d’Autore: intrecci mediterranei, si svolgerà a Sant’Antioco dal 2 al 7 Dicembre 2023. Riascolta la diretta del laboratorio di critica radiofonica del 6 dicembre 2023.
Mercoledì 6 dicembre è la penultima giornata del festival per quest’anno. Passaggi d’ autore la mattina inizia con le proiezioni dedicate alle scuole, per proseguire con il solito appuntamento con Passeggiando con gli autori in compagnia di Marta bulgherini, di cui potete vedere la puntata nel seguente link. Dopo l’omaggio ad Anna Magnani in compagnia di Francesco Crispino la sera si parte con le ultime proiezioni dedicate a Intrecci Mediterranei, la sezione competitiva dedicata ai film del mare nostrum. Riascolta il podcast del laboratorio di critica radiofonica del 6 dicembre 2023.
La prima ospite collegata a distanza è la regista Sabina Vajrača che porta il film Sevap/Mitzvah, un racconto delle paure e delle incertezze del popolo ebraico nel sud-est europeo.
Abdallah Al-Khatib, regista di Sokrania 59, ospite con noi in sala, commenta il suo film dopo la proiezione e ci racconta di come abbia pensato di realizzarlo grazie all’esperienza vissuta direttamente insieme a sua madre in un centro per rifugiati. Presente nel film di Abdallah anche la famosa attrice Hiam Abbass, essendo lui amico della figlia ha ottenuto questa collaborazione senza che lei chiedesse un compenso, si è prestata con piacere e dandogli molto a livello produttivo, da qui è nato un ottimo rapporto e ora sono come una grande famiglia.
Le comunità emarginate
L’ultimo ospite della serata è Guillermo Garcia Lopez, regista di Aunque es de noche, collegato a distanza con Marta Bulgherini, racconta di come questo difficile film sulle comunità emarginate dalla società lo abbia messo davanti a tante sfide e riflessioni.
«Questa questione del mediterraneo rappresenta quello che faccio, sono contento di essere al festival, un incontro di tante culture e tante prospettive. Io lavoro con l’immagine in movimento, per me il cinema non è solo una storia. L’idea iniziale era fare un documentario ma alla fine ho scelto la fiction. Mi sono recato nel luogo che vedete, in Spagna, è un posto dove vivono roman, persone, la comunità è completamente spostata dal centro e non hanno luce da tre anni, la municipalità ha tagliato anche l’elettricità perché vuole mandarli via con la forza, sono molto discriminati ed è presente un mercato di droga molto pesante. Entrato ho capito che per poter lavorare lì e fare un buon film non si sarebbe trattato di un lavoro di un regista che arriva e fa semplicemente la sua arte, ma si deve capire la comunità, sono anche un attivista quindi non ho potuto ignorare questo fatto. Come dice Pasolini è importante che il film abbia la prospettiva del personaggio, comincia a avere senso quando tutto diventa parte del personaggio. Per me quello dei bambini è uno sguardo che ha la capacità di meraviglia, quindi si vede il bello anche in un posto molto oscuro, per quello li ho scelti come protagonisti. Giocavamo e abbiamo creato un marchio preciso dove loro avevano la libertà e costruivano insieme anche molti dialoghi. L’arte si può fare anche in un posto in cui la gente non ha accesso a essa. L’idea era catturare l’mmagine di un bambino che chiede la sua infanzia quando questa gli sfugge via.»