Il teatro, un’arte millenaria che persiste nell’animo umano, trova nuova vita con il ritorno del grande Eduardo De Filippo sulle scene isolane. In questa celebrazione della prosa napoletana, emerge il talento di Geppy Gleijeses, considerato l’erede artistico di De Filippo
Il Massimo di Cagliari da oggi fino a domenica e successivamente il Comunale di Sassari lunedì, sotto l’egida del Cedac, accolgono il maestro partenopeo nel classico “Uomo e galantuomo” di Eduardo De Filippo. Un’opportunità unica di rivivere l’incanto delle opere intramontabili del teatro italiano.
Il degno successore
Gleijeses, custode di un’eredità teatrale straordinaria, si appresta a celebrare un traguardo di eccezionale rilievo: mezzo secolo di palcoscenico nel 2024. Tuttavia, come egli stesso sottolinea, il suo legame con il teatro professionale inizia ben prima, con un esordio che risale a oltre mezzo secolo fa.
“Le nuvole” di Aristofane segnò il debutto iniziale di Gleijeses, un esperimento di fine anno che anticipò di un anno il suo ingresso nel mondo professionale del teatro. Accanto a Mario Scarpetta, Geppy intraprese il suo cammino artistico, aprendo le porte a una carriera che avrebbe segnato indelebilmente il panorama teatrale italiano.
Un maestro unico
L’ascesa di Gleijeses si intreccia con la tradizione, incarnando la continuità di un’arte che ha resistito alle tempeste del tempo per oltre due millenni. La sua maestria artistica, plasmata anche dall’insegnamento diretto di De Filippo, si presenta come un faro nel panorama teatrale contemporaneo.
Il ritorno di Eduardo De Filippo sulle scene isolane, interpretato magistralmente da Gleijeses, rappresenta non solo un tributo alla grandezza dei classici, ma anche un’occasione per riscoprire la potenza e la rilevanza di un’arte che, come afferma lo stesso attore, resterà viva finché l’uomo avrà voce e cuore. Un’espressione di gratitudine per un passato illustre e, al contempo, una promessa di continuità nel futuro del teatro italiano.