Il “Canto a Concordu” incanta l’Unesco: La Confraternita dell’Oratorio di Santa Croce esegue una prestigiosa esibizione durante il convegno di Bologna
La Confraternita dell’Oratorio di Santa Croce ha partecipato attivamente, nei giorni scorsi, all’Oratorio di San Filippo Neri di Bologna, alla giornata di studio promossa in occasione dei vent’anni dall’adozione della Convenzione Unesco sulla Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale. Questa organizzazione, l’Unesco, acronimo di United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), è un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite.
L’Unesco si impegna a promuovere la pace e la sicurezza nel mondo attraverso la collaborazione internazionale nei campi dell’educazione, della scienza, della cultura e della comunicazione. Fondata nel 1945, svolge un ruolo chiave nella tutela e promozione di siti culturali e naturali di importanza mondiale, preservando la diversità culturale e promuovendo l’accesso all’istruzione per tutti.
La Convenzione Unesco sulla Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, adottata nel 2003, mira a preservare le tradizioni orali, le espressioni artistiche, le pratiche sociali, le cerimonie e le conoscenze tradizionali che costituiscono il patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Per questo, Il Canto a Cuncordu, esibito dalla Confraternita dell’Oratorio di Santa Croce, rappresenta un esempio di questa ricchezza culturale tutelata dall’Unesco. Ma cosa è il Canto a Concordu?
Il canto a concordu è un genere di canto corale radicato nella tradizione della Sardegna. Si distingue dal cantu a tenore per differenze tecniche e repertori. Di solito, comprende quattro o cinque voci maschili (bassu, contra, mesuvoche, voche), eseguite da singoli cantori, spesso membri di confraternite laiche.
La sua massima espressione si trova durante i riti paraliturgici della Settimana Santa. Il repertorio del concordu si compone principalmente dei “gosos”, brani di musica sacra in lingua sarda, che hanno avuto origine intorno al 1600 con la diffusione delle diverse confraternite.