Chirurgia italiana all’avanguardia. Storie di successi straordinari nel 2023, dalla ricostruzione di mani all’autotrapianto oculare
Nel corso del 2023, l’Italia è stata teatro di eccezionali trionfi della chirurgia. Équipe mediche altamente specializzate hanno compiuto imprese straordinarie, offrendo nuove speranze e vite trasformate. Questi successi, scolpiti nella memoria dell’arte medica, testimoniano la dedizione e la maestria dei medici coinvolti. Un totale di 4.200.000 operazioni, che ha visto un aumento significativo rispetto alle 4.500.000 del 2019.
Un giovane motociclista di 22 anni, colpito da una lesione del plesso brachiale, ha recuperato la funzione della mano grazie a un eccezionale intervento eseguito a Torino. Attraverso l’impiego di un microscopio robotico a visualizzazione stereoscopica 3D con controllo remoto ‘hand free‘, chirurghi esperti hanno collegato nervi strappati. In questo modo aprendo la strada a una rigenerazione di 1 mm al giorno all’interno dei nervi stessi. Un capolavoro di precisione che ha richiesto otto ore di attenzione chirurgica.
Nel medesimo contesto torinese, un’autentica sfida è stata affrontata dall’équipe di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale Sant’Anna. Una donna di 54 anni, presentatasi con sintomi di peso addominale, ha sorpreso medici e chirurghi con la scoperta di un tumore ovarico record di 19 kg. Un intervento urgente e impeccabile ha permesso di asportare con successo il mastodontico tumore, salvando la vita della paziente.
Un anziano di 83 anni, cieco da sei anni, ha riacquistato la vista grazie al primo autotrapianto di occhi al mondo eseguito alle Molinette di Torino. L’operazione, consistente nell’autotrapianto dell’intera superficie oculare prelevata dall’occhio sinistro, ha riportato il dono della vista al paziente, che ha definito l’esperienza come un nuovo nascere.
Nel campo della cardiochirurgia, Padova ha fatto la storia con il primo trapianto di cuore con il cuore fermo da 20 minuti. Una procedura che sfida le convenzioni. Possibile grazie a una legislazione italiana che consente il prelievo da cadavere solo dopo almeno 20 minuti di assenza di attività elettrica cardiaca. Questo trapianto ha offerto una nuova opportunità di vita a un quarantaseienne cardiopatico congenito.
Da Reggio Calabria, giunge la storia toccante di una donna di 58 anni. Affetta dalla tetralogia di Fallot, ha affrontato il quarto intervento chirurgico sul cuore, coinvolgendo la sostituzione di valvole aortiche e mitrali con protesi biologiche. In un’altra regione italiana, a Catania, una ragazzina ha riacquistato la possibilità di aprire la bocca dopo sedici anni grazie a un complesso intervento di chirurgia maxillo–facciale che ha coinvolto l’impianto di protesi in titanio.
Il Presidente dell’Associazione italiana chirurghi ospedalieri, Marco Scatizzi, sottolinea che, sebbene questi casi siano storie incredibili che fanno notizia, la chirurgia salva vite quotidianamente grazie alla tecnologia e alle competenze del sistema sanitario nazionale. Una riflessione che mette in risalto l’importanza di valorizzare il patrimonio umano e tecnologico del sistema sanitario italiano.