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Intervista all’artista sperimentale sassarese Martino Corrias, con il quale abbiamo avuto modo di approfondire l’uscita del suo ultimo progetto “Quadri dell’incomprensione”
Abbiamo avuto modo di fare quattro chiacchiere con Martino Corrias, artista sperimentale sassarese, che ci ha parlato del suo percorso artistico, del suo trasferimento a Bologna e di varie dinamiche legate al mondo della musica indipendente.
Con Martino si è spaziato molto: partendo dalle sue origini musicali (prevalentemente legate alla musica classica), si è poi approfondito il suo amore ed impegno nella musica elettronica, che lo porterà poi nel corso degli anni a sperimentare molto tra svariate sonorità.
Interessante proprio il concetto stesso di sperimentazione, alla base dei lavori dell’artista, che abbraccia il mondo dell’elettronica ma tenendo i piedi ben saldi nelle sonorità tradizionali e soprattutto naturali della cultura sarda.
A detta dello stesso Martino, le sonorità digitali sono piuttosto limitate ed asettiche se non accompagnate ed unite ad elementi naturali (come ad esempio rocce, strumenti in legno, registrazioni in campo aperto). Questo connubio così inusuale crea insomma un’esperienza musicale decisamente unica e molto più profonda rispetto al canonico sound dell’elettronica.
L’album “Quadri dell’incomprensione”
Tra i vari argomenti si è trattata poi l’uscita dell’ultimo progetto di Martino, il primo dicembre 2023: “Quadri dell’incomprensione“. L’artista ha sviscerato quello che è un po’ il concept dell’album, raccontandoci come paradossalmente sia nato quasi per caso.
L’album è un viaggio attraverso le possibilità offerte dalla musica elettronica. Ogni traccia è stata composta in un’unica sessione, con una programmazione preliminare dei sequenziatori e un continuo intervento manuale dell’artista, che ha cercato di stabilire un contatto umano con la macchina il più possibile naturale e armonico.
Dopo la registrazione, Martino ha lavorato a rifinire le informazioni MIDI ricevute, ponendo attenzione anche agli errori (che ha considerato parte integrante del processo creativo). Questo approccio, che ha permesso di valorizzare le incomprensioni tra uomo e macchina, ha dato vita a dialoghi musicali inediti e fruttuosi.
In particolare, l’artista sassarese ha utilizzato la tecnica del “single take” per catturare l’immediatezza e l’energia del momento creativo; questo ha richiesto una preparazione accurata, ma ha permesso all’artista di ottenere risultati sorprendenti.
