Il Progetto Chiara per imparare a chiedere aiuto

Il ‘Progetto Chiara’: Ascolto e Prevenzione per Affrontare il Disagio Giovanile e imparare a chiedere aiuto

Ieri si è tenuto il convegno organizzato dalla Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, centrato attorno al “Progetto Chiara”. Un’iniziativa nata un anno fa in memoria della giovane Chiara di Silì, tragicamente scomparsa a soli 13 anni. L’evento ha riunito la generazione Zeta e i boomer, due mondi a volte distanti, in un richiamo unanime: chiedere aiuto e parlare dei propri problemi.

Piero Carta, padre di Chiara, ha lanciato un appello vivido ai compagni di scuola della figlia presenti al convegno: “Se avete un problema non tenetevi tutto dentro. Parlatene a scuola o in famiglia, chiedete aiuto e sappiate che non siete soli.” Questo messaggio riflette il cuore del “Progetto Chiara”, che si focalizza sul diritto all’ascolto, sulla prevenzione e sulla collaborazione con le istituzioni per affrontare il disagio giovanile.

Il padre ha condiviso il desiderio che il sorriso di Chiara continui a risplendere attraverso il sostegno reciproco e la gentilezza. Carla Puligheddu, Garante regionale, ha lavorato per creare una rete d’ascolto e di sostegno in collaborazione con le istituzioni. Il “Progetto Chiara” ha anche prodotto un libro con testimonianze dei compagni e degli insegnanti, disponibile gratuitamente online.

Carla Puligheddu ha espresso la speranza che il “Progetto Chiara” possa diventare un modello nazionale per prevenire tragedie simili. Il convegno ha visto la partecipazione della Fidapa con Pupa Tarantini.

Un idea, un tributo

La platea del teatro era un tributo a Chiara, con le sue foto sul palco, una sedia rossa vuota circondata da fiori e coetanei che condividevano i sogni adolescenziali. Pierpaolo Medda, un compagno di Chiara, ha condiviso il suo rimorso e la domanda su cosa avrebbero potuto fare di più per aiutare.

Il disagio giovanile è una realtà in crescita, aggravata dal periodo del Covid, che ha amplificato la sensazione di solitudine tra i giovani. Gli specialisti, come Neyla Pascolini, psicologa all’istituto Mossa di Oristano, notano un aumento di ragazzi con ansia, attacchi di panico e ricorso all’alcol. Pascolini sottolinea la necessità di implementare servizi psicologici nelle scuole per rilevare segnali di disagio.

Oriana Colomo, avvocata e referente della sezione oristanese dell’Associazione italiana avvocati per la famiglia e i minori, evidenzia le difficoltà legate alle tensioni familiari, specialmente durante le separazioni dei genitori. La speranza è che il “Progetto Chiara” possa contribuire a una maggiore consapevolezza e prevenzione, mantenendo servizi di supporto nelle scuole.

About Daniele Atzori

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