Andamento dell’influenza in Italia: soglia di intensità “molto alta” in 5 regioni ma il peggio sembra superato. Leggero aumento solo nei bambini.
È positivo vedere che il numero di casi di sindromi simil-influenzali in Italia sta diminuendo dopo aver raggiunto il picco. L’incidenza che è scesa a 16,5 casi per mille assistiti nella prima settimana del 2024 rispetto al picco di 18,3 nella settimana precedente è un segnale incoraggiante. Anche la riduzione della proporzione dei campioni positivi ad influenza dal 46% al 34% indica un miglioramento nella situazione.
Questi dati suggeriscono che le misure di prevenzione e le campagne di vaccinazione potrebbero avere avuto un impatto positivo nel contenere la diffusione delle sindromi simil-influenzali. Tuttavia, è importante mantenere la vigilanza e continuare ad adottare pratiche igieniche adeguate per evitare ulteriori diffusione di malattie respiratorie.
Le autorità sanitarie e la popolazione dovrebbero continuare a monitorare da vicino la situazione e adattare le strategie in base all’evoluzione della situazione epidemiologica.
Nell’ultima settimana, si stima che i casi di sindrome simil-influenzale in Italia, rapportati all’intera popolazione, siano stati circa 1.027.000, in lieve calo rispetto ai 1.042.200 registrati sette giorni prima. Questo dato contribuisce al quadro complessivo, che evidenzia un totale di circa 6.719.000 casi dall’inizio della sorveglianza.
I dati epidemiologici e microbiologici convergono nel suggerire che stiamo superando il picco della diffusione, ma si prevede una probabile circolazione persistente nelle prossime settimane. Tale tendenza potrebbe essere influenzata dalla riapertura delle scuole, come afferma Anna Teresa Palamara, responsabile del dipartimento Malattie Infettive dell’Iss.
L’analisi riflette una situazione complessa, evidenziando la necessità di una vigilanza continua e di strategie flessibili per gestire eventuali variazioni nell’andamento dell’epidemia.
Raccomandiamo pertanto le vaccinazioni per le persone più a rischio e una sana prudenza nei comportamenti. Suggeriamo inoltre di non assumere antibiotici, inutili in caso di infezioni virali, se non su indicazione del proprio medico, e di recarsi al Pronto soccorso solo se strettamente necessario”.
I dati statistici
L’incidenza delle sindromi simil-influenzali sta mostrando un leggero aumento, concentrato esclusivamente nei bambini al di sotto dei cinque anni. Nella fascia di età più giovane, l’incidenza è salita a 48,7 casi per mille assistiti rispetto ai 47,5 registrati nella settimana precedente. Tuttavia, tale aumento è bilanciato da una stabilità negli adulti e negli anziani.
Tutte le Regioni e province autonome coinvolte nella sorveglianza presentano un livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali sopra la soglia basale, con l’eccezione della provincia di Bolzano. Questo sottolinea la diffusione generalizzata delle malattie respiratorie nel paese. Inoltre, in cinque Regioni, precisamente Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Abruzzo e Campania, si è raggiunta la soglia di intensità ‘molto alta’ dell’incidenza.
La variazione nell’incidenza, focalizzata su un gruppo di età specifico, e le disparità regionali evidenziano la complessità della situazione epidemiologica. Il monitoraggio accurato di tali variazioni è essenziale per adottare misure preventive mirate e mantenere una gestione flessibile, considerando la diversità delle situazioni nelle varie regioni italiane.
“Anche se è sempre difficile fare previsioni sull’andamento della stagione, un calo così netto fa pensare che il picco sia stato raggiunto – afferma Antonino Bella, responsabile della sorveglianza epidemiologica RespiVirNet e curatore del bollettino epidemiologico -. Sono comunque possibili oscillazioni ‘al rialzo’, soprattutto nei bambini, favorite dalla riapertura delle scuole”.
I vari tipi di virus influenzali
Tra i virus influenzali, “quelli di tipo A risultano largamente prevalenti (99%) rispetto ai virus di tipo B e appartengono per la maggior parte al sottotipo H1N1pdm09“, sottolinea ancora l’Istituto superiore di sanità. “Tra i campioni risultati positivi dall’inizio della stagione, il 19% è positivo per Sars-CoV-2, il 12% per Rsv (virus respiratorio sinciziale), il 44% per influenza A, mentre i rimanenti sono risultati positivi per altri virus respiratori”, precisa il report.
“I dati virologici confermano che i virus influenzali prevalgono tra quelli respiratori circolanti – afferma Simona Puzelli, responsabile della sorveglianza virologica RespiVirNet e curatrice del report virologico – In particolare, tra i virus influenzali di tipo A il sottotipo prevalente è H1N1pdm09, che rappresenta il 77,7% di tutti i virus influenzali identificati finora nella stagione 2023-2024″.