Tra lacrime e trash nucleare: finalmente questo Sanremo inizia ad essere interessante.
Ovviamente, dopo due anni a presenziare al Festival di Sanremo, non potevo non parteciparvi anche a distanza direttamente dal Portogallo. Quest’anno mi sentivo particolarmente distante dal festival perché non ero troppo entusiasta dei concorrenti in gara. Ma ehi, signore e signori, Sanremo è Sanremo, e da brava italiana all’estero mi costringo a guardarlo in ogni caso.
La seconda serata è stata sicuramente impegnativa: piena di lacrime, di bei sorrisi, e di un sacco, ma davvero un sacco, di trash. Ve ne sono grata. Ma vediamo quali sono stati i momenti più interessanti di questa serata.
In primo luogo, partiamo un po’ dalle frivolezze. Rispetto alle scorse edizioni della kermesse, i concorrenti della seconda serata sono stati presentati dall’altra metà dei concorrenti in gara che a loro volta sono stati presentati dalla co-cò Giorgia. Insomma, un casino. Non so perché si siano complicati la vita in questa maniera così plateale e assolutamente insensata. Questo inscatolamento di bambole russe non ha apportato nulla più e nulla meno a questa edizione di Sanremo. Ma andiamo avanti.
Invece, cosa poter dire quindi di Giorgia, co-conduttrice della 74esima edizione del festival di Sanremo? Assolutamente nulla. Cosa le si può dire a Giorgia? Che qualunque cosa faccia risulta perfetto, impeccabile, ineccepibile. La cantante ha dato uno sprint non indifferente a questa serata e ci ha emozionati con il suo medley che ci ha fatti piangere. Come detto anche da Amadeus «ho sbagliato a non invitarti prima come co-conduttrice»: oh bè, Ama, speriamo tu abbia imparato la lezione.
Ma adesso parliamo di cose serie. Durante la serata sono stati mandati dei messaggi sociali assolutamente importanti a cui bisogna guardare con sguardo critico e non con indifferenza.
Il primo è stato quello che Dargen D’amico ci ha tenuto a sottolineare al termine della sua esibizione. Il cantante ha affermato di aver dato un’occhiata ai commenti che gli sono stati rivolti a proposito dell’esibizione del giorno prima, durante la quale ha esternato un grandissimo CESSATE IL FUOCO in riferimento agli avvenimenti che stanno interessando il territorio palestinese e tutte le disgrazie che stanno accadendo nel Mar Mediterraneo.
A seguito dell’esibizione della prima serata, afferma il cantante, lo hanno descritto come “troppo politico”; l’artista ci ha tenuto a sottolineare che non entrerà mai in politica e che l’amore è l’unica cosa che potrà salvarci. Forse il nostro problema è che dovremmo dimenticarci della politica ed imparare ad essere più umani. E noi siamo con te Dargen, perché infondo “se la guerra è dei bambini, la colpa è di tutti quanti”.
Anche BigMama ha dato il suo appoggio alla comunità Queer affermando che dobbiamo essere capaci di amare liberamente perché “possiamo farlo”. Come ci ha ricordato il maestro Giovanni Allevi, che si è esibito sul palco dell’Ariston per la prima volta dopo due anni di stop dalla musica: «Com’è liberatorio essere se stessi!».
Vorrei citare, in maniera assolutamente speciale, la presenza sul palco degli attori della famosissima serie Mare Fuori, che ci hanno regalato un momento straziante a proposito del tema del femminicidio. Prendendo le parole dello scrittore e fumettista Matteo Bussola, gli attori si sono destreggiati in un monologo struggente, che ci insegna che amare in maniera sana è possibile ed è necessario, e che “dipenderà solo da noi”.
Ci hanno insegnato che un semplice NO può essere “una parola dura” ma dobbiamo avere il coraggio di pronunciare e l’altro deve essere pronto a ricevere; che l’amore è vero amore quando si vive in maniera libera e non possessiva, e che “insieme” più che trattarsi di una parola si tratta, piuttosto, di un concetto potente ed importante perché solo, appunto, insieme abbiamo la possibilità di cambiare lo scorrere delle cose. Il futuro è nostro e noi abbiamo il potere di cambiarlo.
Bene, per ora mettiamo da parte le lacrime e i piagnistei, e concludiamo questo articolo chiedendo la scarcerazione del nostro amico ingiustamente incarcerato John Travolta, che è stato al centro di quello che posso dichiarare uno degli avvenimenti più trash ed imbarazzanti da me visti al festival di Sanremo. Il nostro povero Johnny sarà memato fino a che il suo ultimo respiro vitale non abbandonerà il suo corpo. Ama, fargli ballare Il ballo del qua qua non è stata una grandissima idea; è stata una geniale idea. Grazie del cringe, amici. Ve ne sarò eternamente riconoscente.
Articolo a cura di Ludovica Sanseverino – Raduni (Associazione Media ed Operatori Radiofonici italiani)