La prima personale di Claudio Cappai inaugura il 2 marzo a Cagliari. Tema portante della mostra fotografica “Dov’ero, non c’ero” di Claudio Cappai è la depressione, qualcosa di cui ancora si parla troppo poco e male. Qualcosa che porta chi la vive a doversi quasi vergognare, come fosse una colpa o frutto di una personale volontà.
“Questo progetto è nato come istinto di sopravvivenza – ha commentato Claudio Cappai – Un giorno in cui stavo particolarmente male ho preso la macchina fotografica e ho iniziato a fotografarmi. Nel tempo l’autoritratto è diventato un fedele compagno nel lungo viaggio di rinascita e pian piano, vedendomi ritratto, ho capito che anch’io merito un posto nel mondo, che non c’è nessuna vergogna a mostrarsi deboli e che la creatività, in qualunque forma, ha un potere curativo molto potente, senza per questo sottovalutare le cure farmacologiche”.
La depressione ha mille volti e non è sempre uguale. A volte ha gli occhi brillanti di una persona sempre felice che illumina le giornate di chi la incontra; altre volte ha lo sguardo spento di chi si chiude solitario in una stanza dove non entra mai il sole. Nessuno può dire chi dei due troverà per primo la via d’uscita. E a volte succede che qualcuno si perda o si arrenda. Ed è per questo che è così importante normalizzare questo sentire, così come per qualunque altro caso della vita non richiesto e non voluto.
La mostra allo Studio Fine Art
La prima personale di Claudio Cappai sarà visitabile a Cagliari (Studio Fine Art, Via Eleonora d’Arborea 61) dal 2 al 16 marzo, dalle 20 alle 22. Inaugurazione il 2 marzo alle ore 18.
Biografia
Claudio Cappai, classe 1982, scopre la fotografia acquistando una compatta Canon intorno al 2005 e da quel momento per lui “scrivere con la luce” diventa un’azione quasi quotidiana. Nel 2016 decide di perfezionarsi seguendo il corso annuale di fotografia alla scuola Fine Art di Michelangelo Sardo in cui approfondisce scienza e tecnica del mezzo fotografico. Nel 2018 si avvicina allo studio del reportage, analizzando la storia e le sue applicazioni attraverso un workshop e un corso tenuti dalla fotografa Alessandra Cecchetto, in arte Crìdar.
Frequenta periodicamente seminari intensivi che esplorano il mondo della fotografia sia dietro che davanti alla macchina fotografica, come il workshop “Dialoghi d’identità / Siamo esattamente le nostre foto” dell’artista Luca Bortolato e la tre giorni di confronto sullo stato della fotografia e i nuovi linguaggi visivi tenuta dal fotografo internazionale Francesco Zizola. “Dov’ero, non c’ero” del 2024 è la sua prima personale, risultato del lavoro fatto su se stesso per venire fuori da un periodo particolarmente buio della sua vita.