Domenica 25 febbraio, presso la cripta del Santo Sepolcro, la mostra “Corpi di Pietra” dedicata ai pietrificatori dell’800
Interessante mostra alla cripta del Santo Sepolcro di Cagliari; domenica 25 febbraio partirà “Corpi di Pietra“: un viaggio alla scoperta dei pietrificatori ottocenteschi. In programma quattro appuntamenti che mischieranno divulgazione, teatro, filosofia, musica e letteratura.
L’evento è organizzato dall’associazione culturale “Terra Atra” e dall’associazione “Mutseu“, le quali valorizzeranno uno dei luoghi più suggestivi del capoluogo sardo. Domenica, appunto, la prima giornata, che verterà sul rapporto tra l’uomo e il corpo, il tutto nella cornice di una stand up history.
Il dialogo tra l’uomo ed il proprio corpo è sicuramente uno dei momenti più complessi della nostra esistenza, e l’evento vuole sottolinearne il valore, dopo millenni di ignoranza e superstizione; i tabù costruitisi attorno nel corso dei secoli sono infatti molteplici, a partire dalla paura di guardare, toccare e modificare i cadaveri.
Un viaggio alla scoperta dei pietrificatori ottocenteschi
La mostra sarà un viaggio affascinante, tra musica e parole, che ci porterà a esplorare un curioso fenomeno dell’Ottocento: la sperimentazione di metodi di pietrificazione da parte di alcuni studiosi. Il loro obiettivo era superare l’ostacolo della decomposizione e preservare la memoria dei defunti in modo nuovo e duraturo.
Partiamo da Cagliari, dove Efisio Marini, incontrato il rifiuto della sua città natale, si trasferì a Napoli. Qui, nei salotti dell’aristocrazia, trovò fama e successo grazie alle sue innovative tecniche di pietrificazione.
In Sicilia, invece, operava l’imbalsamatore Alfredo Salafia. La sua “Bella Addormentata“, conservata nella cripta dei Cappuccini di Palermo, è un esempio emblematico della sua abilità e del fascino macabro che queste pratiche esercitavano.
Infine, troviamo Paolo Gorini, mummificatore e inventore del forno crematorio. I suoi esperimenti anatomici e la sua tenacia contribuirono a far avanzare la scienza e a cambiare il modo di concepire la morte.
Queste pratiche innovative incontrarono tuttavia la resistenza degli ambienti cattolici dell’epoca. La Chiesa considerava la manipolazione del corpo umano una sfida alla morte, alla sacralità del corpo e, di conseguenza, a Dio stesso.
Il viaggio attraverso le vite e le opere di questi pionieri ci permette dunque di esplorare le tensioni e i contrasti di un’epoca in cui la scienza iniziava a sfidare le tradizioni e le credenze religiose, aprendo la strada a nuove concezioni della morte e del corpo.