Bessude, pubblicazione Is.Be sulla figura di Luigi Nieddu. Il 22 marzo nella sala consiliare saranno presentati gli atti del convegno dedicato al prolifico docente, studioso e storico del sardismo scomparso nel 2021.
Venerdì 22 marzo alle ore 17.30, nella Sala consiliare di Bessude saranno presentati gli atti del convegno dedicato a “Luigi Nieddu: l’uomo, lo studioso, il laico”, per ricordare e mettere in luce la personalità di un illuminato docente di materie letterarie, storico del sardismo e del socialismo e interprete originale della figura di Antonio Gramsci. La pubblicazione, realizzata a cura dell’Istituto Camillo Bellieni con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Bessude, sarà illustrata attraverso gli interventi di Mario Carboni, Angelo Castellaccio, Alberto Contu e Antonello Nasone.
Luigi Nieddu (1924) è uno dei maggiori conoscitori di Gramsci del quale si è occupato fin dagli anni Cinquanta. È autore di numerosi saggi sul socialismo, sul movimento degli ex combattenti, sulle origini del fascismo in Sardegna e sull’ordinamento autonomistico oltre che, naturalmente, su Gramsci.
Libero pensatore noto per il suo sguardo controcorrente, Nieddu era nato a Bessude nel 1924 e aveva intrapreso gli studi letterari per poi appassionarsi profondamente alla ricerca storica. Autore di numerosi saggi sul sardismo, sul socialismo e sull’autonomismo, aveva posto particolare attenzione sul tema delle origini del fascismo in Sardegna.
Il convegno di studi realizzato a Bessude nell’ottobre 2022, a un anno dalla scomparsa del prolifico studioso, è stato occasione per analizzarne e riproporne pubblicamente alcune tra le opere più interessanti. Tra queste spiccano “Camillo Bellieni-Psd’Az e Repubblica Federale”, “L’altro Gramsci”, “Le origini del socialismo riformista nella provincia di Sassari” e, infine, i più discussi “Antonio Gramsci: Storia e Mito” e “L’ombra di Mosca sulla tomba di Gramsci”, due saggi volti a diradare il velo di misteri che aleggiano intorno alla figura del pensatore di Ales fin dalla sua morte, laddove la santificazione ideologica ha spesso mascherato il tiro incrociato del fuoco amico durante il periodo più gravoso della dittatura fascista.