“Una storia” del Nuovo Teatro delle Commedie va in scena domenica 17 marzo nel Teatro degli Intrepidi Monelli in viale Sant’Avendrace a Cagliari
Fantasia in scena con “Il Teatro delle Meraviglie” con “Una storia” del Nuovo Teatro delle Commedie, ovvero un “piccolo racconto poetico ed intenso della fiaba di “Hansel e Gretel” dei Fratelli Grimm” con testo e regia di Francesco Cortoni. In scena domenica 17 marzo alle 18 nel Teatro degli Intrepidi Monelli in viale Sant’Avendrace n. 100 a Cagliari.
Sotto i riflettori Alessia Cespuglio che narra dei due bambini abbandonati nel bosco e dell’incontro con la strega, affrontando temi come l’intelligenza e il coraggio, ma anche la povertà, la fame e la paura, prima di giungere all’atteso lieto fine.
“Hansel e Gretel” si salvano prendendosi cura l’uno dell’altra, riuscendo a ritrovare la strada e a sfuggire ai pericoli, per tornare finalmente a casa: i due fratellini sono i personaggi positivi di una vicenda dove davanti all’incapacità degli adulti e alla malvagità celata dietro un aspetto bonario, un’avventura pericolosa si trasforma in un rito di passaggio e di crescita, che segna anche il confine tra il bene e il male.
Un’unica attrice
Un’attrice interpreta tutti i protagonisti della storia, utilizzando pochi oggetti e gesti precisi per dar forza alle parole e alla loro forza evocativa: lo spettacolo si muove con delicatezza e rispetto all’interno della fiaba, cercando, senza tradirne la crudeltà, di far apparire le strade che portano con coraggio all’emancipazione , così che ogni bambino non si smarrisca ma ritrovi la strada per tornare a casa.
Viaggio nel cuore del bosco, dove si celano insidie e pericoli, come la deliziosa casetta di marzapane con cui una potente e famelica strega attira fanciulle e fanciulli, per cucinarli a dovere e nutrirsi delle loro tenere carni, con “Una storia” del Nuovo Teatro delle Commedie, ovvero un “piccolo racconto poetico ed intenso della fiaba di “Hansel e Gretel” dei Fratelli Grimm”, con testo e regia di Francesco Cortoni, nell’interpretazione di Alessia Cespuglio, con le musiche di Giorgio De Santis. Penultimo appuntamento con la XXII edizione de “Il Teatro delle Meraviglie”, la rassegna dedicata alle bambine e ai bambini e alle famiglie organizzata dal Teatro Actores Alidos con la direzione artistica di Valeria Pilia.
Semplice e raffinata
Una mise en scène semplice e raffinata, per lo spettacolo che fonde teatro di narrazione e teatro di figura: l’attrice presta la voce a tutti i personaggi, utilizzando pochi oggetti e gesti precisi per dar forza alle parole e alla loro forza evocativa, per rappresentare la complicata emblematica vicenda dei due bambini abbandonati nel cuore di una foresta, in tempo di carestia, poiché il padre e la matrigna non sanno come fare per dargli da mangiare e non hanno il coraggio di vederli deperire sotto i propri occhi.
Una prima volta Hänsel e Gretel riescono a ritrovare la strada di casa grazie alla luce della luna, che fa brillare i sassolini sparsi dal ragazzo lungo il cammino, ma quando la volta successiva egli ritenta con le briciole di pane, queste servono da pasto per gli uccelli e i due fratellini si smarriscono addentrandosi sempre più tra gli alberi fino a giungere, infreddoliti, affamati e impauriti davanti alla casa della strega, una dimora incantata fatta di marzapane, si lasciano tentare e un pezzetto alla volta cominciano ad assaggiarla.
Una vecchina gentile
La vecchina gentile che appare sulla soglia li rassicura e li invita a entrare, poi offre loro una sontuosa cena e poi dei comodi letti per dormire: solo al risveglio i bambini capiscono d’essersi lasciati trarre in inganno, poiché dietro quella garbata insistenza e quell’apparente generosità si celano intenti malvagi. La strega si nutre della carne di fanciulli e fanciulle, ma prima di cucinare quelle nuove prede, dall’aria così patita, pensa bene di “metterle all’ingrasso”, così fa di Gretel la sua sguattera mentre Hänsel, destinato a esser mangiato per primo, viene rinchiuso in una gabbia, ma grazie a un ossicino di pollo che le porge come se fosse un dito di una mano, il ragazzo riesce a far credere all’ospite, dalla vista debole, di essere ancora troppo magro.
L’epilogo
Finché la creatura malefica, stanca di aspettare, decide di cucinarselo lo stesso e prepara il forno, ma Gretel riesce a spingercela dentro, a liberare il fratello e fuggire via con lui, lasciando la strega a morire tra le fiamme. E prima di andarsene i due ragazzi recuperano le perle e le pietre preziose nascoste nella casa, per portarle in dono ai genitori. Al ritorno Hänsel e Gretel apprendono della morte della matrigna e finalmente possono riabbracciare il padre, con il quale, grazie al tesoro della strega, potranno finalmente vivere “felici e contenti”.
Una fiaba ricca di significati simbolici che rimanda a un’epoca di guerre e carestie, in cui la miseria e la fame erano un’esperienza comune e i più fragili, come le bambine e i bambini, perivano facilmente o indeboliti si ammalavano: la figura ambigua della matrigna che cerca di indurre il marito a liberarsi dei figli del precedente matrimonio, rientra nel quadro di un’esistenza dura e difficile, oltre che della gelosia implicita della donna verso la prima moglie, al cui ricordo l’uomo ancora legato anche per la presenza di Hänsel e Gretel, cui a cercato, risposandosi, di dare una nuova madre.