Il Malandain Ballet Biarritz sbarca in Sardegna: prima regionale venerdì 19 aprile al Teatro Comunale di Sassari, poi sabato 20 e domenica 21 aprile al Teatro Massimo di Cagliari
Tra classici accenti e affascinanti racconti per quadri sbarca nell’Isola il Malandain Ballet Biarritz fondato e diretto dal coreografo francese Thierry Malandain con un programma che accosta i duetti d’amore di “Mozart à 2” alle atmosfere idilliache di “Beethoven 6”, in prima regionale venerdì 19 aprile alle 21 al Teatro Comunale di Sassari, poi sabato 20 aprile alle 20.30 (turno A) e domenica 21 aprile alle 19 (turno B) al Teatro Massimo di Cagliari, sotto le insegne de La Grande Danza firmata CeDAC Sardegna.
Uno spettacolo affascinante, con la cifra elegante e evocativa, ma anche irriverente e sorprendente dell’artista, membro de l’Académie des Beaux-Arts de l’Institut de France, con all’attivo più di ottanta creazioni coreutiche, legate alla grande tradizione del balletto classico, in cui viene dato risalto al corpo nelle sue potenzialità espressive, tra sensualità e virtuosismo.
“Mozart à 2”, con i costumi di Jorge Gallardo e il disegno luci di Jean Claude Asquié, è una composizione ispirata al sentimento più universale, sulle note dei Concerti per pianoforte e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart, che narra le storie di sette coppie di innamorati, tra passione e tormenti.
“Beethoven 6”, con scene e costumi di Jorge Gallardo e disegno luci di François Menou, rappresenta un omaggio al genio di Ludwig van Beethoven in occasione del duecentocinquantesimo anniversario della nascita del grande musicista tedesco: Thierry Malandain traduce in geometrie di corpi in movimento le suggestioni della Sesta Sinfonia, la celebre “Pastorale” in un ideale dialogo con la natura.
Un programma interessante
Un programma interessante che riflette la cifra stilistica dell’artista, nato nel 1959 a Petit-Quevilly in Normandia, che formatosi come danzatore con Monique Le Dily, René Bon, Denise Villabella, Daniel Franck, Gilbert Mayer e Raymond Franchetti, ha danzato all’Opéra de Paris con Violette Verdy, al Ballet du Rhin con Jean Sarelli e al Ballet-théâtre français de Nancy con Jean-Albert Cartier e Hélène Traïline, per poi dedicarsi alla coreografia.
Nel corso della sua intensa carriera Thierry Malandain ha firmato oltre ottanta creazioni coreutiche, in cui attinge alla grande tradizione della danza classica per cercare nuove forme d’espressione incentrate sul corpo, sulla sua potenza e duttilità, tra sensualità e eleganza.
Sotto i riflettori i danzatori Noé Ballot, Giuditta Banchetti, Julie Bruneau, Raphaël Canet, Clémence Chevillotte, Mickaël Conte, Loan Frantz, Irma Hoffren, Hugo Layer, Guillaume Lillo, Claire Lonchampt, Timothée Mahut, Alessia Peschiulli, Julen Rodríguez Flores, Alejandro Sánchez Bretones, Ismael Turel Yagüe, Yui Uwaha, Chelsey Van Belle, Patricia Velázquez, Allegra Vianello, Laurine Viel e Léo Wanner incarnano i sogni e le visioni di Thierry Malandain in due creazioni ugualmente emblematiche del suo percorso, nell’arco di poco più di vent’anni, tra la fine del Novecento e gli inizi del Terzo Millennio.
Attrazione e disincanto
Variazioni sull’amore con “Mozart à 2”, un originale racconto per quadri, con costumi di Jorge Gallardo e disegno luci di Jean Claude Asquié, sulle diverse sfaccettature del sentimento più universale sentimento tra attrazione e disincanto, capricci del cuore, nostalgia e solitudine sulle note dei Concerti per pianoforte e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart: dalla serie di duetti concepiti per “Bal Solitude” della Compagnie Temps Présent (1997), il balletto narra le storie di sette coppie di innamorati, tra passione e tormenti.
Omaggio al genio del grande compositore tedesco con “Beethoven 6”, una creazione nata in occasione del duecentocinquantesimo anniversario della nascita del maestro e presentata in prima mondiale al Theater Bonn nel 2019, con scene e costumi di Jorge Gallardo e disegno luci di François Menou ispirata alla splendida Sinfonia n. 6 in re e fa maggiore Op.68 di Ludwig van Beetoven, la celeberrima “Pastorale”.
In “Mozart à 2” e “Beethoven 6” la danza “neoclassica” di Thierry Malandain si intreccia alla musica seguendo il ritmo degli accenti e l’incanto delle melodie per comporre due vividi affreschi, tra i frammenti di un discorso amoroso, in un gioco di accostamenti e contrasti e una sospensione del tempo e delle inquietudini per abbandonarsi alla contemplazione dell’armonia del cosmo.
Il coreografo