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eccidio iglesias 11 maggio 1920

Memoria di fuoco: l’Eccidio dei Minatori dell’Iglesiente del 1920

L’eccidio dei minatori dell’Iglesiente dell’11 maggio 1920: una tragedia dimenticata ma non dimenticata

L’11 maggio 1920 rimane impresso come il giorno dell’eccidio dei minatori dell’Iglesiente, una tragedia che segnò profondamente la comunità locale. Le vittime di questo nefasto evento furono Raffaele Serrau, 23 anni, Pietro Castangia, 18 anni, Emmanuele Cocco, 37 anni, Attilio Orrù, 40 anni, tutti provenienti da Iglesias, Efisio Madeddu, 40 anni, da Villaputzu, Salvatore Melas, 50 anni, da Bonacardo, e Vittorio Collu, 18 anni, da Sarroch.

Nella primavera del 1920, i minatori delle miniere di Monteponi, San Giovanni e Campo Pisano, nell’area dell’Iglesiente, intrapresero diverse manifestazioni e scioperi per rivendicare migliori condizioni di lavoro. La loro lotta verteva sull’aumento dei salari, la revoca del tesseramento per i generi alimentari e una maggiore sicurezza sul luogo di lavoro, dove il rischio di incidenti era costante.

L’8 maggio

La situazione si incendiò il sabato 8 maggio 1920, quando centinaia di minatori lasciarono il lavoro per recarsi a Iglesias e presentare le loro richieste al Sottoprefetto. Dopo rassicurazioni iniziali, la situazione precipitò quando la direzione della miniera annunciò tagli salariali. Le trattative fallirono e, durante una manifestazione, l’intervento dei Carabinieri portò alla tragedia. Le vittime caddero sul selciato di via Satta, mentre altre persone rimasero ferite.

Il lutto si diffuse rapidamente e migliaia di persone parteciparono ai funerali, decretando il lutto cittadino. L’eco dell’eccidio si riverberò sulla stampa progressista, che denunciò la situazione e avanzò ipotesi di premeditazione.

Nonostante la tragedia, la lotta dei minatori continuò e portò a risultati significativi. Nel dicembre del 1920, un accordo tra l’associazione dei proprietari delle miniere e i lavoratori riconobbe aumenti salariali, indennità di carovita e la creazione di commissioni interne elette liberamente.

Il sacrificio dei minatori non è stato dimenticato. Lapidi e monumenti commemorativi sono stati eretti per ricordare il loro coraggio. Ogni anno, studenti e cittadini rievocano quei tragici eventi, mantenendo viva la memoria delle vittime e la lotta per i diritti dei lavoratori.

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