Gli avanzamenti tecnologici raggiunti con il Metaverso aiutano il sempre più in difficoltà campo della sanità. Di nota la situazione del penitenziario di Mamone, dove il Metaverso permette visite e assistenza a distanza per i detenuti.
Il 21 Maggio è stato inaugurato questo promettente percorso sperimentale. Giuseppe Falchi, psichiatra dell’ospedale San Francesco, si collegò da Nuoro con il visore e entrando subito in contatto con il lontano paziente.
Un assistenza sanitaria da remoto che non necessita alcuno spostamento, senza precedenti nei penitenziari italiani. In questa occasione, i vertici dell’Asl si sono suddivisi tra le stanze virtuali di Nuoro e Mamone.
Vincenzo Lamonaca, direttore del carcere di Mamone, è una figura centrale in questo progetto.
Il carcere non solo necessita dell’assistenza psichiatrica per detenuti con problemi di dipendenze, ma anche della fisiatria per le numerose richieste di riabilitazione. Questo sarà il prossimo passo per il progetto, il cui obiettivo finale è migliorare la disponibilità dei servizi sanitari nei carceri. L’impiego del Metaverso permette di aggirare tutti quei problemi legati agli spostamenti.
Il progetto Metaverso di Lamonaca
Questo innovativo progetto nasce dalla collaborazione tra il penitenziario di Mamone, Asl 3, Chain Factory, spin-off dell’Università di Cagliari, e Statel, una società specializzata nel settore del Metaverso. Gli ambienti dove i detenuti possono incontrare i medici sono stati sviluppati da Statel.
Giovanni Villa della Cisl augura che questo progetto venga adottato da tutti i penitenziari dell’Isola. Insieme al direttore Lamonaca quel giorno anche Alessandro Spano, docente dell’Università di Cagliari, e Paolo Cannas, direttore generale dell’Asl di Nuoro, assistettero la prima visita attraverso il Metaverso.