Un’inedita raccolta epistolare svela la giovinezza della scrittrice Premio Nobel
Un appuntamento culturale imperdibile si terrà venerdì 24 maggio alle 18:30 presso il Politecnico Argonauti, situato in via Garibaldi 41. Verrà presentato il nuovo libro di Piero Mura, “Le lettere di Grazia Deledda ad Andrea Pirodda – Diario di un apprendistato umano e letterario”. L’evento vedrà la partecipazione dell’autore stesso, che dialogherà con Marco Navone, offrendo al pubblico una preziosa occasione di approfondimento e confronto.
Il volume rappresenta un contributo significativo agli studi deleddiani, presentando la trascrizione e lo studio di un epistolario completo e inedito. Si tratta di 1158 fogli manoscritti, caratterizzati da formati e carte molto vari, che costituiscono 190 testi indipendenti tra lettere, biglietti e cartoline. Ad essi si aggiungono alcune rare buste contenenti brevi testi, appunti o poscritti, e quattro fotografie originali.
Questi scritti, che testimoniano la lunga e altalenante relazione sentimentale tra la scrittrice Grazia Deledda e il maestro Andrea Pirodda di Aggius, coprono un periodo dal 20 gennaio 1891 al 22 ottobre 1899. Questo arco temporale precede il matrimonio della Deledda e il suo conseguente abbandono di Nuoro e della Sardegna, offrendo uno spaccato unico della sua giovinezza. Un periodo fra i meno conosciuti della sua biografia.
Attraverso queste lettere, studiosi e lettori hanno l’opportunità di affacciarsi su un’epoca di intensa formazione personale e letteraria della Deledda. Le lettere raccolte nel volume mostrano l’evoluzione di una giovane di provincia, dotata ma sognante e timida, che diviene la sola scrittrice italiana a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura. Questo epistolario rappresenta un vero e proprio “diario di viaggio”, che fornisce notizie di prima mano sui fatti salienti della vita della scrittrice e del suo mondo.
L’incontro di venerdì sera promette di essere un’occasione per conoscere più da vicino uno dei periodi più affascinanti della vita di Grazia Deledda.