Il laboratorio botanico agricolo e di trasformazione di Massimo Deidda
Massimo Deidda, nato nel quartiere popolare di Sant’ Elia, non ha mai dimenticato le sue radici. E “radici” è la parola chiave del suo progetto, con sede al Lazzaretto. Esperto di botanica, ha ideato un laboratorio: botanica e agricoltura si fondono, per trasformare e riqualificare il territorio. Il che consentirà di produrre nuove colture a chilometro zero e senza utilizzo di additivi chimici. Non solo: il quartiere di S. Elia, da sempre, è noto per il suo status sociale. Nonostante diversi interventi, continua ad essere luogo di disagio e criminalità, e molti, soprattutto i giovani, vivono senza prospettive. Il laboratorio sarà un modo per avvicinare tutti, ragazzi e non, ad un mestiere di tutto rispetto. Un lavoro praticamente a impatto zero, e che può invece aiutare a utilizzare i terreni del vicino promontorio, dal grande potenziale ma mai sfruttati appieno.
Chilometro zero e agricoltura sostenibile
Il progetto ha anche una valenza di valorizzare i prodotti locali e il chilometro zero, sempre più affossati in tutto lo stivale. Deidda è molto critico nei confronti della produzione industriale sconsiderata e dell’importazione dalla lunga distanza.
Il grano ucraino, per fare un esempio, oltre a subire il fallout delle esplosioni e della guerra, infatti viene trasportato a lungo, con parecchi additivi chimici. Le grandi case produttive si affidano agli esterni, il che comporta, tra l’altro, un aumento dei prezzi, già esorbitanti visti i tempi di crisi. La produzione e la vendita in loco favorisce quindi, oltre ad un considerevole aumento della genuinità, un miglioramento nelle condizioni economiche. Più salute, e condizioni economiche più floride. Su queste basi, ottimisticamente, si può tirar fuori un territorio dalla polvere. E sognando ancora più in grande, si può anche risanare la disastrosa situazione agroalimentare in cui versa l’Italia.