A parlarcene: Antonio Cocco, Ispettore Capo della Polizia Penitenziaria in pensione
Santa Maria Bambina di Oristano, centro di eccellenza nel campo della riabilitazione. Nasce a due passi dalla Basilica del Rimedio, tempio tra i più venerati non solo dai fedeli oristanesi. In particolare ospita pazienti a lunga degenza infatti presenta spazi di socializzazione all’aperto e svolge attività riabilitativa per ogni tipo di disabilità. Inoltre si serve di macchinari all’avanguardia come il fisioterapista robotico, Hunova che permette la valutazione funzionale e la riabilitazione dei pazienti con varie patologie, sia ortopediche che neurologiche.
Al suo interno ha personale qualificato al servizio del paziente. Tra questi la fisioterapista Vanessa Murgia che si occupa in particolare di idrokinesiterapia, ovvero cura i disturbi del movimento attraverso l’acqua in ambito ortopedico e neurologico. A parlarcene: Antonio Cocco, Ispettore Capo della Polizia Penitenziaria in pensione.
“Nel Centro si svolgono attività riabilitative a seguito di ictus o incidente stradale – commenta Antonio Cocco-, per quanto riguarda gli arti inferiori e superiori, la mano e il tronco, questo unitamente ad un percorso individuale dei pazienti”.
La struttura comprende anche un Centro Diurno Alzheimer per poter assistere al meglio coloro che hanno deficit cognitivi e comportamentali, specie per le persone affette da demenza. Ovvero soggetti con decadimento cognitivo, ma che conservano una certa percentuale di autonomia psicomotoria. Un elemento in più che consente di offrire durante la giornata maggiori servizi come ginnastica dolce, momenti ricreativi e terapia occupazionale.
L’obiettivo è quello di erogare prestazioni socio-sanitarie mediante un programma personalizzato di supporto a carattere riabilitativo-assistenziale per favorire la permanenza della persona nel contesto sociale e familiare di appartenenza e creare uno stato di svago e benessere attraverso l’ascolto e l’accoglienza.
“Grazie alla professionalità degli operatori e l’attenzione per ogni singolo ricoverato -conclude Cocco-, abbiamo ottimi risultati su ciascuno di loro senza trascurare il trattamento integrato per i malati di Alzheimer”.