Giornata mondiale delle api: le colture di domani

Gli impollinatori a rischio: la sensibilizzazione nel corso della Giornata mondiale delle api

Il 20 dicembre 2017, l’ Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione riguardo la Giornata mondiale delle api. Secondo questo provvedimento, ha dichiarato il 20 maggio di ogni anno la ricorrenza dell’evento. A proporre la sua istituzione era stata la Slovenia, dove nacque Anton Janša, noto precursore dell’apicoltura razionale. Lo scopo della risoluzione è portare all’attenzione dei cittadini, dei media e dei decisori politici l’importanza delle api. E in generale, di tutti gli impollinatori, per la sicurezza alimentare. Vi è infatti a rischio la sussistenza di centinaia di milioni di persone, il funzionamento degli ecosistemi e la conservazione degli habitat.

‘Bee engaged with youth’ è il tema scelto per la Giornata del 2024. “Questo tema” spiega Ispra “sottolinea l’importanza di coinvolgere i giovani negli sforzi di conservazione dell’apicoltura e degli impollinatori, riconoscendoli come futuri custodi del nostro ambiente”

Sul fronte della ricerca, intanto, gli scienziati stanno lavorando da tempo per combattere il declino degli impollinatori. Uno studio intitolato ‘Quali sono le ragioni principali del declino mondiale delle popolazioni di impollinatori?’, pubblicato sulla rivista CABI Reviews conferma che il cambiamento climatico è la minaccia più importante per gli impollinatori, come bombi, vespe e farfalle, che sono essenziali per la conservazione della biodiversità, la resa dei raccolti e la sicurezza alimentare.

Meno biodiversità fra le colture

Secondo la Piattaforma IPBES, una grande percentuale di impollinatori è a rischio di estinzione. Johanne Brunet e Fabiana Fragoso sostengono che gli sforzi per controllare l’impatto negativo sugli impollinatori devono continuare. La comprensione delle cause, spiegano, può guidare lo sviluppo di strategie e piani d’azione per proteggere questi insetti e i loro servizi ecosistemici. Nel frattempo, gli insetti, sostengono, subiscono l’impatto negativo delle azioni umane, tra cui la perdita e il degrado degli habitat, l’applicazione di prodotti agrochimici, il cambiamento climatico e l’inquinamento. In assenza di impollinatori, la dieta umana si sposterà verso una preponderanza di grano, riso, avena e mais. Le colture che si riproducono vegetativamente, come le banane, saranno mantenute.

Per Fragoso, “l’uso diffuso di pratiche sostenibili in agricoltura e l’ulteriore sviluppo di strategie di gestione integrata degli impollinatori, strategie ecologiche che includono la riduzione dell’uso di pesticidi, contribuiranno a preservarli”.

About Damiano Zoppi

Studente laureando in Beni Culturali e Spettacolo. Frequento assiduamente corsi di teatro e workshop. Mi occupo di cinema, specialmente di film con studio approfondito del personaggio, di teatro contemporaneo, di musica, e nel tempo libero realizzo doppiaggi e cover a livello amatoriale.

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