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Anna: un viaggio tra passato e futuro

Un racconto di sopravvivenza, amore per il proprio territorio e resilienza dove la tenacia di Anna, protagonista del film, lotterà personalmente contro tutti e tutto per la sua terra, il film di Marco Amenta.

“Anna”, un film del 2023 diretto da Marco Amenta, rappresenta un’interessante incursione nel panorama cinematografico italiano, esplorando il tema delle radici, tradizione e amore. Presentato al pubblico come un’opera carica di emozioni e profonde riflessioni, “Anna” si distingue per la sua capacità di coniugare elementi di tradizione con un’analisi attenta della natura umana.

La trama di “Anna” racconta la storia di una giovane ragazza che lotta per evitare che il suo terreno venga ceduto per la costruzione di un albergo. La protagonista, Anna, è una giovane che lotta con tutte le sue forze e con il supporto di un legale per il riconoscimento della sua terra che le permette di vivere. Anna ama produrre formaggio e pascolare le sue pecore. L’intero film si snoda nella vicenda giudiziale del possesso di un terreno che vuole una parte vedere nascere un albergo, dall’altra il riconoscimento del possesso da parte della famiglia di Anna, mettendo in luce il coraggio e la determinazione del personaggio femminile protagonista.

Uno degli aspetti più affascinanti di “Anna” è il modo in cui il regista Marco Amenta ha saputo creare un’atmosfera unica, mescolando elementi visivi suggestivi con una narrazione coinvolgente. Le ambientazioni, che vanno da paesaggi, contribuiscono a creare un senso di suggestione e disperazione, ma anche di meraviglia e scoperta. La fotografia è particolarmente efficace nel catturare la bellezza della scena in cui si muovono i personaggi.

Gli attori

La performance di Rose Aste, nel ruolo di Anna, scelta dopo numerosi provini, è generosa e coinvolgente. La regia, attenta e sensibile, riesce a catturare ed esaltare la bellezza della vita che Anna ha scelto di vivere, a stretto contatto con la sua terra, il suo mare e i suoi animali. Questo legame simbiotico e ancestrale è qualcosa che nessuna multinazionale potrebbe mai comprare.

La scelta di mantenere il dialetto sardo nella maggior parte dei dialoghi funziona, aggiungendo ulteriore autenticità al racconto. Scritto dal regista Marco Amenta insieme ad Anna Mittone e Niccolò Stazzi, il film diventa una denuncia implicita dell’industrializzazione pesante, del turismo di lusso come ricatto occupazionale e del capitalismo spregiudicato che compra l’anima dei luoghi e spesso di chi vi abita da sempre.

“Anna” è un film drammatico dal respiro ampio di utopia, che incanta, conquista e convince. Nonostante alcuni picchi di eccessivo pathos, come la rabbia legittima della protagonista che esplode in troppe scene madri, il film riesce a farsi perdonare grazie alla sua potenza narrativa. Una maggiore misura avrebbe giovato, ma la storia di resistenza contro il potere capitalistico e maschilista trova in Anna una combattente formidabile. Solo una donna come lei può affrontare e sfidare tali forze con tanta determinazione e forza d’animo.

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