Per la casa editrice Imago, Giulio Concu ha scritto un libro che racconta il coltello artigianale nell’isola
Giulio Concu, della casa editrice Imago, ha di recente prodotto uno scritto che narra un tema antico e sempre nuovo. Un qualcosa che finisce per rimanere nell’ underground, ma sempre pronto a riemergere quando meno ce lo aspettiamo. In effetti, nell’immaginario collettivo, la Sardegna, in particolare il centro nord, si identifica in un particolare prodotto artigianale. Un prodotto che spesso ritroviamo sulle nostre tavole, ma non come cibo. Un oggetto che possiamo vedere su alcune pareti, specie di appassionati dell’argomento, ma non è un quadro. Si tratta del coltello a serramanico: dall’alba dei tempi utensile ed arma per eccellenza in Sardegna e non solo. In questo caso, si trova ad essere protagonista dell’opera di Concu.
Una lama che attraversa i luoghi e i secoli
Il libro racconta il coltello in tutte le sue sfaccettature, in tutti i suoi possibili luoghi. E’ infatti erroneo pensare che il coltello artigianale sardo sia un prodotto unitario. Come ogni utensile di bottega, specialmente in una realtà variopinta come quella sarda, ha molti aspetti e declinazioni. Ciò può dipendere dalla zona, come dalle singole botteghe. La necessità di uno scritto che lo racconti dipende da quella che è la crisi dell’artigianato, che purtroppo non risparmia nemmeno il coltello. Lo scrittore, oltre che con le lettere, ce lo mostra con delle immagini, in fase di realizzazione e di prodotti finiti. Il dialogo con gli artigiani è stato importante per la scelta delle parole e degli scatti. Lo spaccato che ci fornisce lo scritto edito Imago è qualcosa che contribuisce a blindare il coltello artigianale nella memoria collettiva.