Al Teatro dallarmadio il festival Non è teatro: l’ 11 giugno nella Casa circondariale di Uta la rappresentazione di Òja, o Ma’
Il festival Non è teatro, curato dal Teatro dallarmadio, ha quest’anno come focus la Terza e la Quarta età. Vuole essere una rassegna “dove si possa parlare di tutto con tutti senza tabù e recriminazioni”, sottolineano i direttori artistici Fabio Marceddu e Antonello Murgia.
Domani, martedì 11 giugno, è in programma un momento particolare in un luogo particolare: nella Casa circondariale di Uta verrà rappresentato ÒJA, O MA’.
Le mamme eterne, liberamente tratto da “Mia madre e altre catastrofi” di Francesco Abate, con Rossella Faa e Fabio Marceddu. Regia e adattamento teatrale di Marceddu e Antonello Murgia, che cura anche le elaborazioni e le incursioni musicali, traduzione delle parti in sardo di Cristian Urru.
Parlare della Madre per eccellenza: questo è quello che permette ai protagonisti in scena di avvicinarsi alla Madre di Abate e diventarne suoi cantori.
Un modo, divertente e tenero allo stesso tempo, per raccontare la Madre Sarda, nella sua variante casteddaia, una madre granitica e ironica, che non si fa schiacciare dalle sofferenze e dal destino.
“Ho sempre guardato al teatro e al cinema ogni volta che ho scritto un libro”, dice Francesco Abate. “Quando con Cristian Urru abbiamo messo mano alla versione in sardo di ‘Mia madre e altre catastrofi’ da subito abbiamo sperato che una compagnia teatrale facesse suo questo testo e, secondo la tradizione del teatro dialettale, portasse la storia in giro per le piazze”.
Il festival entrerà, poi, in modalità “stand by” fino a venerdì 28 giugno, quando scatteranno le interviste online, in collaborazione con “Mille e una donna” Tiscali Cultura, visibili sul canale tv di tiscali.it.
Si inizierà con un evento speciale, alle 9.30, orario che sarà quello canonico, con l’intervista alla scrittrice Milena Agus.