Secondo appuntamento per Sotto Questo Cielo, la Stagione di teatro all’aperto organizzata dal Cada Die Teatro. Venerdì 14 giugno torna in scena, nella Corte della Vetreria di Pirri, alle 21.15, un “classico” firmato Cada Die: Arcipelaghi. Spettacolo tratto dal romanzo “Gli arcipelaghi” di Maria Giacobbe, la scrittrice nuorese, che ha vissuto per moltissimo tempo in Danimarca, a Copenaghen. Scomparsa all’inizio di quest’anno.
L’adattamento teatrale è di Alessandro Lay, che cura anche la regia, e Pierpaolo Piludu, protagonista in scena con Alessandro Mascia, che ha collaborato alla drammaturgia.
Lo spettacolo è un invito a riflettere sulle umane debolezze che possono portare a compiere anche le azioni più violente e a soffermarsi sul dolore che ogni nostro comportamento può determinare in altri esseri umani.
“Il teatro, come tutta l’arte, ha il compito e il dovere non tanto di dare risposte ma di porre domande, possibilmente scomode e di non facile soluzione”, spiegano gli autori. “Arcipelaghi”, come già indica il titolo, racconta non una ma più vicende, non espone una verità ma, come fossero vere e proprie isole che man mano affiorano, “porta a galla le diverse visioni di ognuno dei personaggi, fino a formare, appunto, un ‘arcipelago’ di verità in cui decidere cosa è giusto e cosa no resta un compito del lettore o, nel nostro caso, dello spettatore”.
Dopo lo spettacolo, con il giornalista Jacopo Onnis e la scrittrice Mariangela Sedda verrà reso omaggio a Maria Giacobbe, ricordando le sue opere letterarie e l’impegno civile che ha caratterizzato tutta la sua vita.
Gli eventi di Arcipelaghi
Giosuè, un ragazzino di dodici anni, viene ucciso perché ha visto troppo. Nessuno sa chi è stato. Tre mesi dopo, nella notte di S. Antonio, “la notte dei fuochi”, un uomo muore con un colpo di pistola. La mattina successiva Oreste, anche lui di dodici anni, si presenta lacero e bagnato fradicio a casa dei Rudas, amici di famiglia che vivono in un paese a parecchi chilometri dal suo. Cos’è successo? Quella che pian piano si inizia a immaginare è la verità? Applicare la legge, punire, equivale sempre a riparare all’errore? E qual è il vero significato di “giustizia”?