Nel momento in cui una persona ottiene una vincita al gioco d’azzardo inizia un processo molto complesso all’interno del cervello umano. Viene rilasciata una sostanza chimica che si chiama dopamina e permette di percepire sensazioni di piacere. Ed è proprio la dopamina ad avere un ruolo chiave rispetto all’approccio con il gioco responsabile e la dipendenza. Se una persona gioca spesso, il cervello tende ad abituarsi alla presenza della dopamina e per continuare a provare questa sensazione di piacere si è spinti a giocare sempre di più. Per comprendere bene gli effetti di questo processo è importante non solo conoscere le basi del gioco responsabile, ma chiamare anche in causa il pensiero del dottor Jared Cooney Horvath, neuroscienziato dell’Università di Melbourne.
La forte ascesa dei casinò online
Da diversi anni in Italia si è affermata in modo deciso l’industria del gioco a distanza, regolata da un organo di controllo come l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM). Il trend in crescita relativo al numero di giocatori ha spinto sempre più piattaforme ad aprirsi verso utenti italiani. Oltre alle piattaforme ADM si sono diffusi diversi nuovi siti stranieri, come Stelario casino presentato sul sito Revocaautoesclusione.com ed altri operatori. A differenza degli operatori italiani, i cosiddetti casino Non AAMS fanno riferimento ad altre legislazioni e quindi non agiscono nel rispetto delle normative ADM.
Tutto questo non fa altro che aumentare il già ricco numero di soluzioni presenti sul mercato che, se non approcciate a dovere, rischiano di mettere in difficoltà i giocatori considerati più sensibili. E purtroppo anche condurli verso la perdita di controllo sulle azioni responsabili di scommessa.
Come il gioco d’azzardo può agire sul cervello umano
Come accennato a inizio articolo, il dottor Horvath ha spiegato attraverso una serie di video online, che il nostro cervello può essere facilmente deviato dal tipo di comportamento che un giocatore segue quando scommette. Ma in che modo?
Quando si ottiene una vincita il cervello rilascia dopamina che dona subito una sensazione di benessere e piacere. Ma per il cervello anche una vincita mancata può diventare altrettanto eccitante. Ciò accade perché la mente viene convinta di aver ottenuto un risultato positivo e ciò spinge il giocatore ad andare avanti. Ci sono anche particolari giochi d’azzardo che vengono proprio sviluppati su quest’ottica, al fine di “ingannare” il cervello per fargli leggere in positivo una situazione di perdita. Ma questa percezione può essere attivamente fermata!
Allenare la mente
Il cervello umano è in costante fase di cambiamento. Per esempio quando si impara a fare qualcosa di nuovo, il cervello si adatta immediatamente. Se un giocatore inizia a scommettere con sempre più insistenza, la risposta della mente è di adattarsi a questo processo, favorendo così un senso di abitudine e, peggio, di dipendenza. Rendersi conto di questa fase è fondamentale, sia da parte del singolo che delle persone che ha al suo fianco. Cambiare il modo di pensare e le azioni che si ripetono può permettere al cervello di “riattivarsi” e recuperare quindi il vecchio sistema di pensiero. Così si modifica la percezione rispetto alle abitudini di gioco e la dipendenza è destinata a svanire.
I tratti psicologici del giocatore patologico
Una persona che sviluppa una dipendenza dal gioco presenta dei tratti psicologici ben definiti e dei comportamenti tipici. Ciò comprende:
- Forte impulsività;
- Stato di depressione;
- Bisogno di estraniarsi dal mondo;
- Ricerca di attività positive;
- Chiusura mentale;
- Forte senso di sfiducia.
Nello specifico la tendenza all’impulsività è una caratteristica tipica per chi mostra i primi segni di dipendenza. Si unisce alla ricerca di ottenere delle vincite, con possibilità di sfociare in comportamenti governati da un desiderio irrefrenabile di non fermarsi mai davanti al gioco. Il tutto restituisce un forte senso di stress che è causa scatenante di una chiusura verso le altre persone, con picchi di comportamenti antisociali. Quello che era nato come un hobby diventa un “lavoro”, un impegno costante dal quale è impossibile separarsi. E qui si torna al discorso legato alla dopamina che permette di percepire un senso di piacere solo quando si sta scommettendo, ancora e ancora.
Come chiedere aiuto
Il singolo giocatore, e le persone care vicino a lui, hanno un ruolo chiave nel riconoscere certi comportamenti il prima possibile per correre ai ripari evitando che il gioco patologico venga protratto per lunghi periodi. È possibile utilizzare degli strumenti offerti regolarmente dai casinò con licenza ADM, come l’autoesclusione o l’impostazione di limiti di gioco precisi sulle scommesse o sul deposito. Inoltre sono presenti diversi centri e comunità di supporto per il trattamento del gioco d’azzardo patologico.
I percorsi di recupero, per esempio, agiscono sulla componente psico-emotiva per trovare quali meccanismi si sono attivati e come interromperli evitando possibili ricadute. Il tutto viene gestito attraverso terapie singole o di gruppo che possono anche chiamare in causa parenti e persone care per garantire un recupero sicuro e ottimale.