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La mia casa è la tua casa: i ragazzi intervistano i loro coetanei

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La mia casa è la tua casa: i ragazzi intervistano i loro coetanei
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Il progetto “La mia casa è la tua casa” dell’Istituto Comprensivo di Quartu Sant’Elena si è rivelato un’esperienza straordinaria per i giovani studenti, arricchendoli sotto molteplici aspetti.

In un’epoca sempre più digitale, in cui i giovani tendono ad allontanarsi dalle attività fisiche, il parkour rappresenta un valido strumento per contrastare i ritardi nell’apprendimento degli schemi motori e gli scompensi cognitivi associati. Rispetto agli sport tradizionali, il parkour è meno specializzante e non competitivo, offrendo un vasto vocabolario di movimenti e un approccio più inclusivo e versatile.

Durante gli incontri svolti nel cortile della scuola per il progetto “La mia casa è la tua casa”, i bambini hanno esplorato diverse tecniche attraverso progressioni graduali, adattandosi all’attrezzatura disponibile. Hanno praticato esercizi di scavallamenti, arrampicata, equilibrio e salti, attività che, sebbene possano sembrare semplici, sono spesso eseguite male dai bambini non abituati a tali movimenti. Il coach Matteo ha svolto un ruolo cruciale nel motivare e incoraggiare gli studenti, aiutandoli a superare le loro difficoltà emotive e promuovendo la responsabilità disciplinare come valore fondamentale.

Le testimonianze dei bambini rivelano l’impatto positivo che questa esperienza ha avuto su di loro. Marco ha imparato l’importanza di non arrendersi mai e di continuare a provare.

Il parkour

Il parkour, disciplina sportiva ora riconosciuta anche dal CONI, offre un’opportunità unica per sviluppare un miglior utilizzo del corpo sia dal punto di vista delle abilità condizionali che coordinative. Attraverso tecniche specifiche, questa disciplina consente di lavorare contemporaneamente su forza, coordinazione e agilità, qualità essenziali per una crescita equilibrata.

Le interviste

Le classi quinte hanno giocato un ruolo fondamentale, documentando le attività dei loro compagni delle classi quarte attraverso interviste e la creazione di podcast. I ragazzi delle quinte hanno intervistato i giovani parkouristi e artisti, raccogliendo testimonianze dirette sulle loro esperienze, sfide e successi. Questi podcast non solo hanno fornito un resoconto accurato delle attività di parkour e graffiti, ma hanno anche creato un ponte comunicativo tra le diverse classi, promuovendo la condivisione e la collaborazione. Il progetto ha stimolato le competenze comunicative e tecniche degli studenti delle quinte, rafforzando la loro capacità di ascolto e narrazione.

Il murale

Durante il progetto gli studenti hanno avuto l’opportunità di esplorare la loro creatività attraverso l’arte del graffito, iniziando dalla creazione della TAG del proprio nome. Ogni studente ha progettato e realizzato un graffito unico, utilizzando colori vivaci e tecniche apprese durante le lezioni. Questo lavoro ha permesso ai ragazzi di esprimere la propria identità e individualità, incoraggiandoli a scoprire e valorizzare il proprio stile personale. Il cortile della scuola si è trasformato in una galleria d’arte a cielo aperto, dove ogni TAG racconta una storia e riflette l’impegno e la passione di ciascun alunno.

About Valentina Tradori

laureata in beni culturali e spettacolo, theatre nerd e contemplatrice di film belli

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