Il NurArcheo Festival tocca il traguardo della XVI edizione a Villanovaforru.
La rassegna organizzata dal Crogiuolo farà sposare, dal 13 al 21 luglio, il patrimonio storico e culturale dell’Isola con il teatro e altri eventi di spettacolo. La co-direzione artistica è di Iaia Forte, attrice e amica di vecchia data del festival, e Rita Atzeri. Il cuore del festival risiederà nei siti di Villanovaforru. “Comune scelto – come spiega Rita Atzeri – perché il primo atto del NurArcheo si svolse diciassette anni fa lì, al Nuraghe Genna Maria, con lo spettacolo Deinas”. Il NAF 2024 solcherà i territori della Marmilla, del Nuorese, dell’Oristanese, di Ogliastra e Sulcis. Vi saranno tappe anche a Villagrande Strisaili, Tortolì, Baressa e Sant’Anna Arresi, che orbiteranno “Intorno al NurArcheoFestival”.
Gli ospiti speciali
Una programmazione capillare, quella dell’edizione numero sedici, che mette insieme nomi importanti del panorama nazionale e proposte del teatro “made in Sardinia“. Novità di quest’anno. Le residenze artistiche a Villanovaforru con lo storico Teatro delle Albe di Ravenna e a Baressa con la compagnia di danza della catalana Mariantònia Oliver. In scena sfilerà una parata che vede protagonisti attrici e attori italiani: Valentina Cervi, Elena Bucci, Saverio La Ruina, Giorgina Pi, Iaia Forte, Marco Martinelli ed Ermanna Montanari. In concerto, Paolo Panaro e Francesca Morello (compagnia Motus).
Le parole di Azteri
“Tutti nomi scelti perché del teatro potessero restituire la dimensione epica e sociale”, precisa Atzeri. “In un momento storico in cui noi sardi vediamo minacciato il paesaggio e l’ambiente della nostra terra dall’invasione eolica, il NurArcheofestival mi appare come una sacca di resistenza, un luogo di militanze e rivoluzione come solo il teatro può e sa essere”, sottolinea la direttrice artistica. “Per più di quindici anni – senza alcuna interruzione neppure nel periodo pandemico – abbiamo raccontato storie di resistenza artistica in luoghi che parlano dell’antica storia, della cultura, della tradizione della Sardegna. Luoghi spesso sconosciuti ai più, che sono stati ri-scoperti, valorizzati, vissuti e amati da pubblico e artisti”, prosegue Atzeri.
Il NurArcheoFestival nasce come festival itinerante e nel corso degli anni questa caratteristica è stata mantenuta ma declinata in maniera differente. “Ci sono dei luoghi pilota, delle ‘capanne nuragiche’, che stanno intorno al ‘mastio centrale del nuraghe’. Quest’anno il nostro fulcro è Villanovaforru, dove si svolge la programmazione principale”, ribadisce Rita Atzeri, che aggiunge e conclude: “Gli altri luoghi sono luoghi del cuore, a cui ci lega un rapporto solido, di amicizia e profonda gratitudine. Da sottolineare il nuovo ingresso di Baressa, destinato a diventare strategico nei nostri percorsi”.
E il NAF 2024 continuerà a essere un festival dal tempo lungo. Perché, come da tradizione, si svolgeranno anche quest’anno le visite guidate ai siti archeologici, che diventeranno poi suggestivi palcoscenici per accogliere gli spettacoli serali. NurArcheoFestival è organizzato da Il crogiuolo, con il sostegno del MiC, dell’Assessorato della Cultura della Regione Sardegna e della Fondazione di Sardegna, del Comune di Villanovaforru e con il patrocinio di quello di Baressa e del Consorzio Due Giare. Il programma: Villanovaforru Il nucleo principale della XVI edizione del NurArcheoFestival sarà concentrato, come anticipato, a Villanovaforru.
Prima serata
Sabato 13 luglio alle 19 nell’area archeologica di Pinn’e Maiolu con una produzione di Ilos Teatro, Sas Comares luvolesas, testo e regia di Elena Musio.
Lo spettacolo sarà raccontato tutto in limba. Le storie raccontate traggono spunto dalla tradizione popolare dei ”Contos de foghile”, propri della cultura sarda. Storie che si riferivano a personaggi realmente esistiti e a fatti accaduti. Tuttavia, con il passare degli anni, hanno assunto una dimensione fantastica. Tramandate oralmente di generazione in generazione, hanno assunto sia una funzione di intrattenimento che educativa.
Si proseguirà alle 20.15, nella stessa location, con Sa Sangia. Malacarne, produzione del Teatro dallarmadio, un racconto scritto da Daniela Littarru in collaborazione con Fabio Marceddu, con la regia di Antonello Murgia. In questo studio sulla follia si indagano i mille aspetti ancora poco svelati del fascismo, che voleva la donna inquadrata in determinati ruoli funzionali al sistema dispotico. Se non inquadrabili, veniva internata in una delle tante categorie che “fuoriusciva” da quelle dettate dal regime.
Seconda giornata
Il giorno dopo, domenica 14, al Parco archeologico Genna Maria alle 18, ci sarà Zatò & Ychì, regia e costumi di Senio G.B. Dattena, coreografia e danza a cura di Valeria Russo e Lucas Monteiro Delfino, alle percussioni Marco Caredda (Asmed – Balletto di Sardegna). Zatoychi, Zato’ per gli amici, è un invincibile spadaccino cieco della tradizione giapponese. A lui in Giappone hanno dedicato numerose serie tv e di recente un film. Alla sua figura ironica si è ispirato Senio Dattena per la performance. Zatoychi divide in due la sua anima, scindendosi in forma maschile e femminile: diventa così Zato’ & Ychi‘, due samurai che si scontrano in tre cruentissimi combattimenti, sostenuti e incalzati nel loro serrato confronto da clangori metallici e dal ritmo profondo delle percussioni.
La serata
Alle 20 al Museo Archeologico andrà in scena Tutto tranne Gramsci (produzione Anfiteatro Sud). Lo spettacolo, ideato e diretto da Susanna Mameli, è liberamente ispirato a “Le donne di casa Gramsci” di Mimma Paulesu Quercioli, e vede protagonista Marta Proietti Orzella, in video Renata Manca. Sotto i riflettori c’è Teresina, la più piccola delle sorelle Gramsci, forse la preferita, quella con cui Antonio ha condiviso molti momenti della sua infanzia. È lei che, donna fatta, restituisce questa parte della storia. Quella di lei bambina e delle sue sorelle e fratelli che ancora non sanno e non avvertono lo strano destino che incombe sulla famiglia. Un omaggio alla figura della madre di Antonio Gramsci – una sorta di “madre courage” a tutti gli effetti – che di fronte alle più grandi avversità si rimbocca le maniche e lavora impegnandosi caparbiamente, fino in fondo.
L’area archeologica di Pinn’e Maiolu, sempre il 14, accoglierà, per chiudere la serata alle 21.30, RUTH – la casa Comune: Rifugio e Risonanze, con Francesca Cola, danzatrice, coreografa e danza movimento terapeuta (Compagnia Carovana – Centro nazionale di produzione Virgilio Sieni). La performance è un’esperienza partecipativa che esplora la figura di una creatura antica e futura, una più che umana, una figura di filo che intende generare parentele. Il pubblico è invitato a entrare in contatto con questa entità enigmatica e a riflettere su tematiche come la relazione con il cambiamento climatico, il poter abitare un mondo danneggiato e la costruzione di nuove “case comuni”. La performance sarà un momento di condivisione e di riflessione per l’intera comunità.
Terza giornata
Un momento atteso quello di martedì 16 luglio, quando alle 19.30 nell’area archeologica di Pinn’e Maiolu si terrà l’esito finale del laboratorio MI RITROVAI condotto da Marco Martinelli, drammaturgo e regista fra i più apprezzati del nostro panorama teatrale, uno dei fondatori del Teatro delle Albe di Ravenna, vincitore di diversi Premi Ubu. L’esito, un’azione corale, prende le mosse dal laboratorio che si svolgerà nella scuola elementare di Villanovaforru dal 13 al 15 luglio, rivolto a 50 cittadine e cittadini, e che viaggerà da Dante a Cervantes.
Le parole di Martinelli
Scrive Martinelli: ”Dante parla a tutti e in ogni latitudine: tutti sappiamo come ci si sente a essere smarriti nella ‘selva’, nelle sabbie mobili della nostra angoscia, sul punto di affogare…Accantoniamo la retorica del Sommo Poeta, il Padre della Lingua e della Letteratura italiana. In quella tenebra, dove il sipario sembra calare per sempre, è possibile trovare la forza per il salto, dove c’è l’Imprevedibile. Il Bene – sussurra il poeta al nostro orecchio: ‘il ben ch’io vi trovai’ – da lì potremo intraprendere il viaggio che ci traghetterà dall’oscurità alla luce. Il Paradiso è in quel primo passo fuori dalla tenebra. Per questa ‘azione corale’ lavoreremo sui primi due canti dell’Inferno, ai quali mescoleremo frammenti poetici di Emily Dickinson, Vladimir Majakovskij, Walt Withman e altri poeti della costellazione del “Purgatorio dei poeti”.