Nel corso del festival “La Notte dei Poeti” il 12 luglio andrà in scena la piéce “La morte ovvero il pranzo della domenica”
Viaggio nei labirinti della mente e del cuore con la XLII edizione del Festival “La Notte dei Poeti”, nel corso della quale andrà in scena La morte ovvero il pranzo della domenica. Organizzata dal CeDAC, Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e del Comune di Pula e con il contributo della Fondazione di Sardegna: antichi miti e moderne tragedie, favole arcane e sapidi affreschi di varia umanità rivivono nella magica cornice nell’area archeologica di Nora, l’antica città fenicio-punica e poi romana sulla costa sud occidentale della Sardegna.
Tra poesia e arte
Undici titoli in cartellone tra affascinanti riletture di classici e testi contemporanei, recitals e concerti, performances, oltre a laboratori per bambine e bambini e per i professionisti della scena, con la storica kermesse in programma dall’8 al 27 luglio.
“La Notte dei Poeti” accende i riflettori sul prezioso patrimonio archeologico dell’Isola. Di fatto, rappresenta un appuntamento imperdibile nel fitto carnet degli eventi culturali dell’estate in Sardegna. Tra i protagonisti della XLII edizione, Fabrizio Bentivoglio, con “Lettura Clandestina”, e Anna Foglietta. L’attrice, nello specifico, interpreta una donna in fuga dagli orrori di un conflitto. Spazio anche alla cantante algherese Franca Masu con “Fado, Meu Amor”.
Nel vivo del festival
Il XLII Festival “La Notte dei Poeti” entra nel vivo con la prima regionale de La morte ovvero il pranzo della domenica. Lo spettacolo affronta con delicatezza «il più grande tabù della nostra cultura». Una donna non più giovane si reca ogni settimana dai suoi anziani genitori, acutamente consapevoli dell’imminenza della fine. Il pasto nel giorno di festa assume così il valore di congedo dalla vita. Uno spettacolo lieve e toccante, impreziosito dalle musiche di Marcello Gori, con consulenza spazio e luci di Vincent Longuemare e oggetti di scena di Andrea Bulgarelli e Falegnameria Scheggia
«che prova a restituirci la bellezza della vita stessa all’interno dell’esperienza dell’ultima separazione dalle persone amate e all’interno della potenza nascosta e piena di pudori dell’amore in famiglia, l’amore tra vecchi sposi, l’amore tra genitori e figli».