Riflessioni Intime e Universali sulla Condizione Umana. Il 12 luglio 2024, al Festival La Notte dei Poeti presso la Regia Pretura di Pula, sarà messo in scena “La morte ovvero il pranzo della domenica”, un’opera teatrale di Mariano Dammacco, già vincitore del Premio Ubu.
Questo spettacolo, interpretato da Serena Balivo, affronta con profondità il tema universale della morte, attraverso il ritratto toccante di una donna che ogni domenica pranza con i suoi anziani genitori, consapevole dell’imminente addio. L’opera, inserita nella XLII edizione del festival, promossa dal CeDAC e con il patrocinio del MiC e della Regione Sardegna, si propone di esplorare le emozioni più profonde legate alla vita e alla sua inevitabile fine.
In un’epoca che celebra l’eterna giovinezza, il tema della morte rimane uno dei tabù più grandi della nostra cultura. La recente pandemia ha acuito questa sensibilità, sottolineando la fragilità dell’esistenza umana e la necessità di affrontare le realtà più dolorose della vita. “La morte ovvero il pranzo della domenica” si pone come una riflessione filosofica e emotiva sulla transitorietà della vita umana, esplorando la sua ciclicità naturale e l’inevitabilità della fine.
Dietro le Quinte di un Capolavoro Teatrale
Mariano Dammacco, autore e regista dell’opera, racconta che l’idea per lo spettacolo è nata da un semplice concetto: una donna che condivide un pasto settimanale con i suoi genitori ultranovantenni, inevitabilmente orientato verso il tema della morte imminente. Questo nucleo concettuale si è evoluto in un lavoro teatrale completo grazie alla collaborazione con Serena Balivo, che interpreta il ruolo principale con profonda sensibilità e umorismo. La produzione, supportata dalla Compagnia Diaghilev e dalla Compagnia Dammacco/Balivo, si distingue per la sua capacità di mescolare elementi poetici e umoristici, creando un ritratto familiare che tocca le corde più intime degli spettatori.
Il palcoscenico dell’opera è stato curato nei minimi dettagli: dalle musiche originali di Marcello Gori alla consulenza su spazio e luci di Vincent Longuemare, fino agli oggetti di scena realizzati da Andrea Bulgarelli e Falegnameria Scheggia, con il supporto tecnico di Erica Galante. Questi elementi contribuiscono a creare un’ambientazione non naturalistica, che funge da ponte tra il mondo terreno e quello spirituale, enfatizzando il tema della transizione e dell’attesa di ciò che è inevitabile.
Un Dialogo tra Realismo e Simbolismo
“La morte ovvero il pranzo della domenica” si distingue anche per la sua capacità di mescolare realismo e simbolismo. Mentre il dramma si svolge tra le pareti domestiche, i dialoghi riflettono sulle emozioni più profonde e sulle riflessioni filosofiche sulla vita e sulla morte. I personaggi, pur affrontando un tema così grave, riescono a far emergere anche momenti di leggerezza e ironia, sottolineando la complessità e l’imprevedibilità dell’esistenza umana.
L’opera è anche un tributo alla vita familiare e agli affetti, con la figura dei genitori anziani che, pur consapevoli della loro fine imminente, mantengono un legame saldo con la figlia protagonista. Questo rapporto intimo e le conversazioni toccanti rivelano la bellezza e la tristezza di affrontare l’ignoto insieme alle persone amate, sottolineando la natura inevitabile della morte come parte del ciclo universale della vita.
Un’Esperienza Teatrale Unica da Non Perdere
“La morte ovvero il pranzo della domenica” promette di essere un’esperienza teatrale emozionante e profondamente umana, che non solo intrattiene ma anche invita alla riflessione. Attraverso la potenza della performance di Serena Balivo, la visione di Mariano Dammacco prende vita, trasportando gli spettatori in un viaggio emotivo attraverso le sfumature della vita e della morte. Non perdere l’opportunità di assistere a questo capolavoro teatrale al Festival La Notte dei Poeti il 12 luglio 2024, dove la magia del teatro incontrerà la profondità della vita.