Sharper Night 2024

Aria condizionata e virus: un’estate di infezioni respiratorie

In Italia e nel Regno Unito, l’uso dell’aria condizionata è al centro del dibattito per l’aumento delle infezioni respiratorie. Le nuove varianti di virus Sars-CoV-2, le vacanze e i grandi eventi, insieme a una gestione non ottimale dell’aria condizionata, sono sotto esame.

L’estate 2024 si sta rivelando particolare non solo per le temperature estreme e le condizioni meteorologiche instabili che stanno dividendo l’Italia tra un caldissimo Centro-Sud e un più freddo Nord, ma anche per un insolito aumento delle infezioni respiratorie. Questo fenomeno non si limita all’Italia: anche nel Regno Unito, i casi di virus Covid-19 stanno aumentando in modo significativo. Secondo i dati della Health Security Agency, i test positivi sono passati dal 4% di fine marzo al 14% di fine giugno, con un ulteriore picco del 17% registrato il 10 luglio. Questi dati sono stati riportati dal ‘Mirror’, che ha consultato Allen Haddrell, ricercatore della School of Chemistry dell’università di Bristol. Haddrell ha identificato diversi fattori che contribuiscono a questa recrudescenza, tra cui le nuove varianti del virus, i viaggi estivi, le vacanze e i grandi eventi senza restrizioni. Tuttavia, uno degli aspetti più controversi è l’uso dell’aria condizionata durante l’estate.

Aria condizionata e trasmissione dei virus: il parere degli esperti

Allen Haddrell ha osservato che nei luoghi di lavoro, l’aria condizionata è spesso utilizzata al posto dell’apertura delle finestre, che potrebbe non essere sufficiente per rinfrescare l’ambiente. Questo comportamento, secondo il ricercatore, non solo raffredda l’aria ma la circola anche all’interno degli spazi chiusi, “sigillando” in un certo senso l’edificio. Questa circolazione dell’aria potrebbe facilitare la diffusione dei virus, aumentando il rischio di infezioni respiratorie. Su questo tema è intervenuto anche Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’università Statale di Milano. Pregliasco ricorda come, durante i periodi più critici della pandemia, l’aria condizionata fosse stata quasi demonizzata. Tuttavia, fa un’importante distinzione: il rischio esiste solo se i sistemi di aria condizionata non sono gestiti correttamente, ossia senza garantire un adeguato ricambio d’aria.

Come gestire l’aria condizionata per ridurre i rischi

Fabrizio Pregliasco sottolinea che il problema principale riguarda soprattutto gli impianti di aria condizionata industriali, quando non sono regolati correttamente per garantire un buon raffrescamento interno e l’introduzione di aria fresca, riducendo così il riciclo dell’aria viziata. Anche negli ambienti domestici, una corretta ventilazione è essenziale. Aprire le finestre per permettere un adeguato ricambio d’aria può aiutare a prevenire l’accumulo di droplets, le goccioline respiratorie che possono veicolare virus come il Sars-CoV-2. Pregliasco insiste sull’importanza di una manutenzione regolare dei sistemi di aria condizionata e un uso responsabile, evitando gli sbalzi termici eccessivi. Una climatizzazione prudente, con un passaggio graduale dal caldo al freddo e viceversa, è fondamentale per permettere all’organismo di adattarsi lentamente e mantenere un equilibrio termico.

L’importanza della ventilazione e della manutenzione

Il virologo italiano ribadisce che il ricambio d’aria, insieme a una corretta manutenzione degli impianti, è l’elemento chiave per ridurre i rischi di infezioni respiratorie. Negli ambienti industriali, è fondamentale stabilire un sistema di ventilazione che permetta l’entrata di aria fresca. In ambito domestico, invece, si può ottenere un buon ricambio d’aria semplicemente arieggiando regolarmente le stanze. Pregliasco conclude che un uso consapevole e responsabile dell’aria condizionata è cruciale per evitare problemi di salute, soprattutto in periodi di aumento delle infezioni respiratorie.

About Volha Izafatava

Sarda acquisita. Studentessa di Giornalismo e Informazione Web con il passato (e il presente) da linguista.

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