Il report di Legambiente rivela un aumento allarmante dell’inquinamento nelle acque italiane. Le foci dei fiumi e le aree a rischio sono sotto osservazione, mentre le proposte per un piano nazionale emergono come soluzione imprescindibile per affrontare la crisi climatica e ambientale.
Legambiente ha recentemente pubblicato il suo rapporto annuale sulle condizioni delle acque italiane, relativo alla stagione estiva 2024. Goletta Verde e Goletta dei Laghi hanno esaminato 394 punti di campionamento tra giugno e agosto in 19 regioni italiane. I risultati sono preoccupanti: il 36% dei campioni analizzati è risultato essere “oltre il limite”, con 101 punti classificati come “fortemente inquinati” e 39 come “inquinati”. La situazione più critica si riscontra nel mare, dove in media si registra un punto inquinato ogni 76 km di costa. Questo fenomeno mostra un trend di crescita preoccupante, passando dal 31% nel 2022 al 37% nel 2024.
Foci e corsi d’acqua: i punti più critici
Le foci dei fiumi e i canali che sfociano nei mari e laghi continuano a rappresentare i principali punti di criticità. Dei 394 prelievi effettuati, il 47% (185 campioni) è stato prelevato in queste aree critiche. Di questi, il 59% ha ricevuto una valutazione di “oltre il limite”. Al contrario, i campioni prelevati in aree di maggiore afflusso di bagnanti, sia nei laghi che nel mare, hanno mostrato risultati leggermente migliori, con solo il 14% dei campioni risultanti “negativi”. Quest’anno sono stati introdotti 18 punti “osservati speciali” monitorati con maggiore attenzione, sia lungo la costa che nei principali laghi italiani, come Maggiore, Orta, Trasimeno e Bolsena.
La crisi climatica e i suoi effetti
Il 2024 ha visto un’intensificazione degli effetti della crisi climatica, con eventi meteorologici estremi e un aumento delle piogge intense che hanno messo a dura prova gli impianti di depurazione. La siccità prolungata al sud e le forti piogge al nord hanno contribuito a un peggioramento della qualità delle acque. Inoltre, la tropicalizzazione del mare Mediterraneo e l’invasione di specie aliene come il granchio blu aggiungono ulteriori pressioni sugli ecosistemi acquatici. Il rapporto di Legambiente sottolinea come questi fattori stiano aggravando la situazione già critica delle acque italiane.
Proposte e soluzioni: un piano nazionale per il futuro
In risposta a questi dati allarmanti, Legambiente ha lanciato una proposta per un piano nazionale di tutela per mare e laghi. Il piano prevede l’ammodernamento e il completamento del sistema di depurazione, l’implementazione di piani di adattamento climatico, la creazione di più aree protette entro il 2030 e una spinta significativa verso le energie rinnovabili, in particolare l’eolico offshore. La Pianificazione dello Spazio Marittimo (PSM) è cruciale per organizzare in modo efficace le interazioni tra sviluppo e salvaguardia ambientale. Il piano, presentato a Roma, è stato discusso da importanti rappresentanti del settore e da esponenti di Legambiente, come il presidente Stefano Ciafani e il responsabile scientifico Andrea Minutolo.
Il report di Legambiente offre un quadro chiaro e preoccupante dello stato delle acque italiane, mettendo in luce le lacune esistenti nella depurazione e l’urgenza di misure concrete per contrastare l’inquinamento e la crisi climatica. Con la crescente minaccia dell’inquinamento e le sfide poste dal cambiamento climatico, è fondamentale che le autorità e la società civile si mobilitino per garantire la salute e la sostenibilità dei nostri mari e laghi.