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Wind shear ed energia del mare: i segreti dei tornado in Italia

Come l’effetto del vento e le alte temperature del mare contribuiscono alla formazione dei tornado. Le spiegazioni di Gianni Messeri, meteorologo del consorzio Lamma, e gli impatti recenti in Sardegna e Sicilia.

I tornado sono fenomeni atmosferici estremi che recentemente hanno colpito diverse zone d’Italia, causando danni e perdite umane. Il Consorzio Lamma, un’importante collaborazione tra la Regione Toscana e il Cnr, ha analizzato i fattori che rendono possibili questi eventi devastanti. Secondo Gianni Messeri, uno dei meteorologi del consorzio, il ruolo principale lo svolge una combinazione tra l’energia rilasciata dal mare e l’effetto wind shear, un fenomeno che si verifica quando il vento cambia in intensità e direzione con l’aumentare della quota.

L’alta temperatura del mare è uno dei fattori chiave. Con il riscaldamento delle acque, si accumula una grande quantità di energia che, unita all’effetto wind shear, può dare origine a fenomeni estremi come i tornado. Questa combinazione potrebbe aver generato il tornado che ha recentemente colpito una zona al largo della Sicilia, dove si contano due vittime e sei dispersi. Un altro evento analogo si è verificato questa mattina nel nord della Sardegna, dove una tromba d’aria ha costretto i bagnanti delle spiagge di Trinità d’Agultu e Vignola a fuggire per mettersi in salvo.

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I tornado: supercelle temporalesche e la forza distruttiva del vento

Secondo Messeri, i tornado o trombe d’aria sono classificati come temporali supercellulari, fenomeni meteorologici estremamente intensi e persistenti. I temporali, spiega il meteorologo, si distinguono principalmente in tre categorie: a cella singola, multicellulare e supercellulare. Ognuna di queste categorie ha caratteristiche specifiche, ma i tornado si sviluppano solo in condizioni particolari legate alle supercelle.

Nei temporali a cella singola, considerati i più “tranquilli” tra gli eventi estremi, si attiva una singola cella temporalesca. In queste condizioni, l’effetto wind shear è assente, e le zone di updraft e downdraft – ovvero le aree di risalita e discesa dell’aria – coincidono, facendo sì che il temporale si esaurisca rapidamente. Tuttavia, anche questi eventi possono generare venti violenti e grandinate, soprattutto quando c’è molta energia disponibile.

I temporali multicellulari, invece, comprendono numerose celle temporalesche che possono stazionare a lungo sulla stessa area, causando forti precipitazioni, colpi di vento e grandinate intense. Ma è nei temporali supercellulari che il fenomeno del tornado trova la sua massima espressione.

Il ruolo cruciale del wind shear e dell’energia marina

Nelle supercelle temporalesche, la separazione tra l’updraft e il downdraft è netta, permettendo al temporale di persistere per oltre un’ora. Questa separazione è causata dal wind shear, un cambiamento nella velocità e direzione del vento con l’altitudine, che impedisce l’interferenza tra le correnti ascendenti e discendenti. In presenza di una grande quantità di energia – spesso derivata dall’evaporazione dell’acqua del mare – si possono creare le condizioni ideali per lo sviluppo di un tornado.

Messeri sottolinea che, nonostante le tecnologie avanzate, prevedere con precisione la formazione di un tornado rimane estremamente difficile. I falsi allarmi sono numerosi e, per questo motivo, la previsione resta una sfida aperta per i meteorologi. Tuttavia, la comprensione dei fattori come il wind shear e l’energia del mare può aiutare a migliorare le strategie di prevenzione e mitigazione dei danni legati a questi fenomeni.

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