Una tradizione culturale trasformata: la mostra del libro sarda tra conflitti organizzativi e disinteresse
L’Associazione Editori Sardi (AES) ha lanciato un allarme preoccupante riguardo alla mostra regionale del libro in Sardegna, affermando che l’evento, che ha caratterizzato la scena editoriale locale dal 2000, sembra ormai essere giunto al termine. L’associazione ha denunciato che le loro richieste di chiarimento, avanzate già nel giugno scorso, sono state ignorate. Questo evento, nato con l’intento di promuovere l’editoria locale, ha visto una crescita significativa grazie alla collaborazione degli editori sardi, per lo più rappresentati dall’AES, e al sostegno finanziario della Regione Sardegna, che ha stanziato 84mila euro nel 2024.
Nel corso degli anni, la mostra è diventata un punto di riferimento per la cultura editoriale sarda, attirando l’attenzione su autori e pubblicazioni locali. Tuttavia, quest’anno la situazione sembra essere cambiata drasticamente. La giunta comunale di Macomer, dove la manifestazione si è sempre svolta, ha deciso di modificare l’organizzazione dell’evento, estromettendo gli editori sardi dalla direzione artistica e dall’organizzazione. Il nuovo soggetto incaricato è il Centro servizi culturali Unla, mentre l’assetto organizzativo è stato trasformato da regionale a intercomunale.
Una trasformazione controversa e la reazione degli editori sardi
La decisione di coinvolgere l’Unione dei Comuni del Marghine e di fissare il nuovo tema e le date della mostra, che si svolgerà dal 13 al 17 novembre 2024, ha sollevato preoccupazioni tra gli editori locali. Secondo l’AES, l’avviso pubblico pubblicato il 29 agosto non menziona alcun dettaglio riguardante la qualità o la quantità dei libri esposti. Inoltre, il padiglione Tamuli, scelto per ospitare l’evento, risulta essere inadeguato per una fiera vera e propria. La comunicazione sul programma dell’evento, previsto per settembre, non prevede il coinvolgimento degli editori sardi, snaturando così l’identità della manifestazione.
Gli editori sardi ritengono di essere stati esclusi in parte per aver evidenziato le discrepanze e le asimmetrie organizzative delle passate edizioni. Tali problemi avevano portato a una percezione di due programmazioni distinte, poco coordinate sia a livello logistico che contenutistico. Alcune edizioni precedenti erano culminate in ringraziamenti ufficiali sul palco che avevano visto l’assenza degli editori, non informati in tempo. Questo solleva interrogativi sul futuro della mostra in un contesto culturale che conta circa sessanta festival e rassegne di promozione della lettura sostenute dal Servizio Biblioteche della Regione Sardegna.
Il dilemma della microeditoria e le sfide future
In questo scenario di cambiamenti e polemiche, l’AES si chiede perché, in un contesto culturale così ricco e variegato, la Mostra regionale del libro non riesca a trovare una sua identità chiara e una coerenza che valorizzi la microeditoria locale e i suoi autori. La mancanza di un dialogo proficuo con il mondo editoriale sardo rischia di trasformare un’importante manifestazione culturale. Divetando un evento privo di significato e di impatto.
Questo cambiamento nell’organizzazione dell’evento solleva dubbi sulla capacità della mostra di mantenere il suo ruolo cruciale nella promozione della letteratura sarda e nella valorizzazione della produzione editoriale locale. La speranza è che le questioni sollevate possano essere risolte per garantire che la mostra possa continuare a rappresentare una vetrina significativa. Per la cultura e la letteratura dell’isola.