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Premio Navicella Sardegna: celebrazione di eccellenza con l’isola

Il Premio Navicella Sardegna, organizzato dall’associazione “Sardegna Oltre il Mare”, continua a unire mondi diversi nel decennale di Porto Rotondo. Cultura, sport, scienza e giornalismo trovano un terreno comune nel prestigioso bronzetto che celebra il legame profondo con la Sardegna.

Ogni anno, il Premio Navicella Sardegna si confermava come un appuntamento atteso, capace di riunire personaggi illustri appartenenti a settori molto diversi tra loro, tutti legati da un filo conduttore: l’amore per la Sardegna. Dal 2015, questa manifestazione, giunta ormai oltre il suo ventennale, si svolgeva nel suggestivo anfiteatro Mario Ceroli di Porto Rotondo. L’evento celebrava figure di spicco che avevano dato lustro all’isola a livello nazionale e internazionale. Personaggi come Francesco Cossiga, Gianfranco Zola, Antonello Grimaldi, Salvatore Mereu, ma anche sportivi e artisti come Melissa Satta, Marco Carta e Dori Ghezzi, senza dimenticare la storica Dinamo Basket e la celebre Brigata Sassari. Ognuno di loro, in passato, aveva ricevuto il rinomato bronzetto, simbolo dell’eccellenza sarda, realizzato dall’orafo Bruno Busonera. L’associazione “Sardegna Oltre il Mare” aveva ideato questa manifestazione proprio per onorare coloro che, pur operando in campi differenti, contribuivano a mantenere vivo il legame con la loro terra d’origine, portando alto il nome della Sardegna nel mondo. Ogni edizione si rivelava un trionfo di emozioni e cultura, capace di coinvolgere una vasta platea di appassionati.

Il premio Olimpia Matacena e la giornalista Roberta Floris

Oltre ai premi tradizionali, dal 2015 era stato introdotto un riconoscimento speciale: il premio Olimpia Matacena, intitolato alla storica organizzatrice della manifestazione, assegnato ogni anno a figure di spicco della comunicazione. Quest’anno, l’onore era andato alla giornalista del TG5 Roberta Floris, premiata dal conte Luigi Donà dalle Rose. La Floris, originaria di Cagliari, aveva espresso un forte legame con la sua terra: “Nonostante il lavoro mi abbia portato lontano dalla Sardegna, torno ogni volta che posso. L’isola è casa mia e mi sento orgogliosamente sarda in qualsiasi sua parte”. Questo sentimento, comune a molti premiati, rendeva il Premio Navicella Sardegna un’occasione non solo per celebrare il successo professionale, ma anche per riflettere sul profondo attaccamento all’identità sarda.

Nel corso degli anni, altre illustri personalità del mondo della comunicazione avevano ricevuto il premio Olimpia Matacena. Tra i premiati delle precedenti edizioni figuravano Giovanni Grasso, portavoce del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il celebre giornalista e conduttore televisivo Maurizio Costanzo, e la conduttrice di Sky Stefania Pinna. Questi nomi, uniti a figure come Mario Sechi, Luca Telese e Marco Varvello, sottolineavano come la manifestazione fosse riuscita a dare visibilità anche a chi lavorava dietro le quinte dell’informazione, facendo luce sulle tante anime della comunicazione.

Il biologo Gianluigi Bacchetta e l’importanza della sostenibilità ambientale

Durante l’evento di quest’anno, un altro intervento di rilievo era stato quello del biologo Gianluigi Bacchetta, che aveva toccato temi cruciali come il cambiamento climatico e la tutela della biodiversità. Bacchetta aveva sottolineato come la Sardegna fosse un paradiso naturale, ricco di specie uniche, ma vulnerabile di fronte alle trasformazioni climatiche globali. “Il cambiamento climatico è inevitabile e tutti noi lo viviamo quotidianamente. Anche se la questione interessa tutto il pianeta, ciascuno di noi può fare la propria parte adottando stili di vita più sostenibili”, aveva dichiarato il biologo, applaudito dal pubblico presente. Tra le sue raccomandazioni, spiccavano l’invito a ridurre i consumi di acqua e ad acquistare prodotti locali per sostenere l’economia dell’isola e preservare l’ambiente.

Anche per questo motivo, Bacchetta si mostrava fiducioso verso le nuove generazioni, sempre più consapevoli delle sfide ambientali. “Vedo una grande sensibilità nei giovani e sono convinto che progetti come quelli che sviluppiamo con l’Ateneo e le scuole della Sardegna siano fondamentali per costruire un futuro più sostenibile”.

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