Una mostra dedicata all’artista sardo Giuseppe Pettinau, curata da Roberta Vanali, esplora le fasi fondamentali della sua carriera attraverso 16 opere che incarnano la sua visione filosofica e artistica. L’esposizione sarà visitabile al Centro Comunale d’Arte e Cultura Il Ghetto.
Il Centro Comunale d’Arte e Cultura Il Ghetto di Cagliari inaugurerà nei prossimi giorni la mostra “La Forma Sublimata”, un sentito omaggio all’artista sardo Giuseppe Pettinau, improvvisamente scomparso nel gennaio 2023. L’esposizione, ideata e curata da Roberta Vanali, ripercorrerà i momenti salienti della carriera di Pettinau, attraverso una selezione di 16 opere ad olio, di grande e medio formato. Le tele, provenienti da collezioni private, offriranno uno sguardo profondo sulla ricerca artistica del maestro, evidenziando il suo percorso intellettuale e il legame con il Gruppo 91, fondato su teorie critiche ispirate alla Scuola di Francoforte e al pensiero esistenzialista di Jean-Paul Sartre.
Le opere in mostra copriranno un arco temporale che dalla fine degli anni Ottanta si prolungava fino alla metà degli anni Duemila, periodo in cui Pettinau esplorava temi esistenziali e filosofici. La sua arte non si limitava a rappresentare la realtà visibile, ma cercava di tradurre in immagini simboliche i flussi di coscienza più reconditi, portando lo spettatore in un viaggio tra allegorie, metafore e simboli archetipici.
L’universo artistico e filosofico di Giuseppe Pettinau
Il lavoro di Giuseppe Pettinau si radicava profondamente in una visione filosofica dell’arte come strumento di trasformazione e rivelazione. La curatrice Roberta Vanali, nella presentazione della mostra, sottolineava come Pettinau fosse un artista di “grande spessore intellettuale e estrema sensibilità”, capace di esplorare attraverso la sua pittura i mali dell’esistenza. Le opere esposte nel Centro Comunale Il Ghetto mostravano infatti il suo impegno nel rendere visibili i moti dell’inconscio, attraverso una pittura che svelava tensione e pathos.
Pettinau, poeta e filosofo, non si limitava a dipingere immagini, ma costruiva universi alchemici in cui le figure antropomorfe e i simboli occulti creavano un legame tra la dimensione umana e quella trascendentale. La sua pittura era dunque un’esplorazione costante del sé, dove l’inconscio prendeva forma attraverso un complesso sistema di codici visivi e figure enigmatiche. La mostra, organizzata dall’associazione Gesto Segno Disegno e da Agorà Sardegna, con il sostegno del Comune di Cagliari e della Fondazione di Sardegna, offriva al pubblico l’opportunità di immergersi in questo mondo ricco di significati profondi e spesso indecifrabili.
La sublimazione come processo artistico ed esistenziale
L’arte di Giuseppe Pettinau mirava alla sublimazione, intesa come trasformazione delle emozioni e delle esperienze umane in forme artistiche. Come spiegava l’artista stesso nella sua ultima intervista, la sublimazione rappresentava un “apice” in cui la realtà appariva come un lampo, un momento di rivelazione in cui il dionisiaco si manifestava. Tuttavia, come sottolineava Pettinau, questa elevazione si confrontava costantemente con la realtà quotidiana, creando una tensione che attraversava tutta la sua opera.
L’esposizione “La Forma Sublimata” rappresentava quindi un viaggio nelle profondità dell’animo umano, attraverso una pittura che non cercava risposte immediate, ma che invitava lo spettatore a riflettere e a confrontarsi con i misteri della vita e dell’esistenza. L’allestimento, curato nei minimi dettagli, intendeva rendere omaggio a un artista che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte sarda e italiana.
Per ulteriori informazioni, è possibile visitare le pagine ufficiali del Comune di Cagliari e della Fondazione di Sardegna.